Il giallo dell’ancora romana in un edificio pubblico: non ne era mai stato denunciato il ritrovamento

Un reperto storico d'epoca romana che non se ne stava sul fondo del mare, ma nella stanza polverosa di un edificio pubblico. È quanto scoperto dalla guardia di finanza della Tenenza di Ponza insieme alla quarta squadra della Sezione Operativa Navale di Gaeta nel corto di un servizio sull'Isola di Zannone, nell'arcipelago ponziano.
I militari stavano svolgendo un servizio finalizzato alla tutela del patrimonio demaniale marittimo in coordinamento con il Comando Provinciale di Latina e con il Reparto Operativo Aeronavale Civitavecchia, quando hanno notato dei segni d'effrazione sulla porta d’ingresso di un locale di proprietà demaniale. Qualcuno si era introdotto per qualche motivo, forse per trafugare beni o documenti, ma non ha notato quanto trovato dalla guardia di finanza: un ceppo d'ancora d'epoca romana della lunghezza di quasi due metri.
Il reperto sequestrato come prova
Per garantirne la conservazione ed evitare rischi di trafugamento o danneggiamento, i militari hanno disposto il sequestro probatorio del reperto. L'ancora sarà una prova nelle indagini a carico d'ignoti per la violazione dell’art. 175 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, che prevede l‘arresto fino a un anno per chi esegue ricerche archeologiche senza concessione e non denuncia reperti rinvenuti fortuitamente. Un'ipotesi è che il reperto fosse stato nascosto momentaneamente nella struttura, vicina al faro dell'isola, per poi essere trafugato all'estero.
Il ceppo d'ancora, sottoposto alla misura cautelare, è stato trasferito presso l’Isola di Ponza con il supporto di un’unità navale del Corpo, in attesa delle disposizioni della procura di Cassino e della competente Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Frosinone e Latina.
L'isola di Zannone, che rientra nel Parco Nazionale del Circeo, era conosciuta dai greci e dai romani, che la chiamavano Sinonia. È stata la sede di un monastero cistercense fino al XIII, dopodiché è stata perlopiù disabitata per cui oggi ospita una particolare flora e fauna.