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Il cugino di Silvia Cipriani: “In questura mi hanno chiesto dna e impronte digitali”

Nuovamente ascoltati Leonino e Francesco, il fattore e il cugino di Silvia Cipriani l’ex postina scomparsa di Rieti: il cugino ha raccontato l’interrogatorio.
A cura di Beatrice Tominic
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Continuano le indagini per scoprire cosa è accaduto a Silvia Cipriani, l'ex postina scomparsa da Cotigliano, in provincia di Rieti, nel mese di luglio e trovata senza vita dopo più di 70 giorni. Fino ad ora un unico indagato, il nipote Valerio. Eppure gli inquirenti non si fermano: come fanno sapere a La Vita in Diretta, su Rai Uno, continuano serrate le indagini, fra verifiche e dichiarazioni di testimoni. Gli ultimi, nuovamente ascoltati dagli agenti, sono stati lo zio Leonino, il fattore che si occupava di Silvia e un cugino della donna, Francesco: il loro colloquio con gli inquirenti è durato più di cinque ore. "Mi hanno prelevato il dna e preso le impronte digitali", fa sapere Francesco: che sia arrivato un punto di svolta per scoprire l'assassino?

Le dichiarazioni del cugino di Silvia

I due, Leonino e il cugino Francesco, sono stati convocati in colloquio a pochi minuti di distanza, neanche mezz'ora: uno alle 14.55 e l'altro alle 15.15. Durante l'attesa del colloquio, sono stati fatti sedere in una stanza da soli: "Ci incontriamo sgradevolissimamente in sala d'aspetto: silenzio di tomba – ha spiegato Francesco al programma di Rai Uno – Tempo fa l'ho incontrato e gli ho chiesto la sua opinione sulla misterioso ricavato della vendita del fienile. Reazione bestiale e violentissima, come se lo avessi accusato. Turpiloqui: "Mi fai schifo vergognati. Ma che ne so io, vai a chiederlo a Valerio", mi ha detto. Vuoi che non sapeva di questa vendita lui che si interessa e che stava appresso a Silvia?"

Allora l'inviata lo ha incalzato chiedendogli se, a suo avviso, Leonino possa essere a conoscenza di qualcosa che non dice: "No, assolutamente no, è una mentalità paesana, provinciale, per cui io non vedo, io non sento io non parlo – ha detto e di una cosa è apparso sicuro – Non c'entra con la morte di Silvia, assolutamente no". Poi, a proposito del nipote dell'ex postina oggi unico indagato per omicidio volontario, ha continuato: "Non ho mai più sentito Valerio: mi sembra che sia manovrato, consigliato male – fino a lanciargli un vero e proprio appello – Caro Valerio, sono dalla tua parte. Sono anche dalla parte di Leonino, in fondo vogliamo tutti la verità: in questo modo rancoroso ed equivocante stiamo uccidendo Silvia per la seconda volta".

Cosa gli hanno chiesto gli inquirenti al colloquio

Nel lungo colloquio con gli inquirenti, Francesco ha ripetuto più volte quello che aveva già dichiarato: "Mi hanno chiesto le frequentazioni con Silvia, le sue abitudini, la sua vita, la sua metodicità. La routine quotidiana di noia, di ripetitività, abitudinaria. La prima cosa è se avessi qualche indizio per insistere sull'ipotesi di omicidio. Ma la mia opinione è quella". Lui è stata la prima persona a parlare dell'ipotesi di omicidio non appena rinvenuto il cadavere, a poco più di due mesi dalla scomparsa della donna: secondo la sua prospettiva, il movente sarebbe da ricercare in ragioni economiche.

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