video suggerito
video suggerito

Gli affari d’oro dei privati a Fiumicino: il Comune compra a 1,3 milioni un immobile pagato 520mila

Un esposto alla Corte dei Conti denuncia un presunto danno erariale a Fiumicino: il Comune avrebbe acquistato da Viam Infrastrutture un immobile per 1,3 milioni, pagandolo oltre il doppio rispetto al prezzo d’acquisto originario. E la somma riguarda solo una parte dell’edificio, pari a 1.401 metri quadri su 2.142 totali.
A cura di Luca Teolato
4 CONDIVISIONI
L’immobile acquistato dal Comune di Fiumicino
L’immobile acquistato dal Comune di Fiumicino

Una plusvalenza monstre per un’azienda privata, superiore al 200%, pagata con soldi pubblici. È quanto emerge da un esposto depositato alla Corte dei Conti dai capigruppo dei partiti di opposizione del Comune di Fiumicino, che denunciano un presunto danno erariale legato all’acquisto di un immobile. L’edificio era stato comprato dalla Viam Infrastrutture srl per 520 mila euro e rivenduto dopo un anno e mezzo al Comune per 1,3 milioni, cifra riferita peraltro solo a una porzione dell’immobile: dei 2.142 metri quadri totali, ne sono stati acquistati solo 1.401.

Una vicenda che fa tornare alla mente la plusvalenza lampo della villa comprata a Forte dei Marmi, un paio d’anni fa, dal compagno della Santanché e dalla moglie di La Russa a 2,45 milioni di euro e rivenduta un’ora dopo all’imprenditore Antonio Rapisarda a 3,45 milioni. Stavolta però in ballo ci sono un milione e 300mila euro di soldi pubblici di un Comune che recentemente è stato anche travolto da un’inchiesta della guardia di finanza che ha disposto nove misure cautelari, che hanno coinvolto imprenditori e funzionari pubblici, per corruzione e presunte tangenti. Un’inchiesta che ha portato ad iscrivere nel registro degli indagati per turbativa d’asta anche il sindaco Mario Baccini. Ma andiamo con ordine.

Il privato compra a 520mila euro e vende al Comune a 1 milione e 300mila

Come riportato nell’esposto, con allegata tutta la documentazione del caso, nel novembre 2023 la giunta comunale, guidata da Baccini, già ministro per la Funzione pubblica nel secondo governo Berlusconi, delibera una “manifestazione di interesse per reperimento locali da adibire a sedi di uffici comunali in località Aranova” per decentrare alcuni servizi amministrativi, “per un periodo di anni 6+6” in locazione. Alla delibera segue, qualche settimana dopo, l’avviso pubblico finalizzato alla ricerca dell’immobile al quale risponde solo la Viam dell’ingegnere Mauro Amatucci, “la stessa società alla quale l’amministrazione ha più volte assegnato affidamenti diretti senza mai giustificare la mancata rotazione degli affidamenti”, si evidenzia nell’esposto. Affermazione che il Comune di Fiumicino contraddice dichiarando a Fanpage.it che l’azienda viene “chiamata in caso di gare di lavori pubblici ad invito, se riguardanti lavori con importo inferiore a 150.000 euro, come previsto dalla legge, e che agli atti, verificando gli ultimi 10 anni, non è presente questa pluralità di incarichi”.

Proseguendo, dall’esposto emerge che l’atto di acquisto dell’immobile da parte della Viam, pagato 520mila euro, è del 7 novembre 2023, circa 35 giorni dopo la pubblicazione della delibera con cui il Comune annunciava la necessità di dover reperire nuovi locali. Un immobile di oltre 2mila metri quadri con una parte dei locali che dovevano ottenere anche un cambio di destinazione d’uso per renderli abitabili, come precisato anche dal dirigente dell’area edilizia del Comune. La Commissione di valutazione interna agli uffici comunali ha però “concluso la propria attività ritenendo l’immobile rispondente ai requisiti dell’avviso pubblico”. Il dirigente dell’area demanio ha addirittura “proposto l’acquisto dell’immobile, a suo parere più conveniente per l’amministrazione della locazione”, prosegue l’esposto, e ad agosto 2024 la Viam “ha presentato la propria offerta di vendita”: un milione e 300mila euro per solo una porzione dell’immobile (1401 metri quadri) acquistato dalla Viam a 520mila euro neanche un anno prima. “La soluzione è risultata vantaggiosa – spiegano dal Comune – in quanto l’acquisto dell’immobile, comprensivo dei lavori di adeguamento, ha un costo complessivo comparabile a quello della locazione pluriennale. Inoltre, il valore di mercato è stato verificato da una perizia tecnica asseverata esterna, che ha confermato la congruità del prezzo offerto. La procedura è stata trasparente e a evidenza pubblica, con valutazione positiva anche da parte del Collegio dei Revisori dei Conti”. L’aumento del valore dell’immobile “è dovuto anche ai lavori di adeguamento interni realizzati dalla proprietà stessa – proseguono – e non da appalti affidati dal Comune. Inoltre, la storia economica precedente dell’immobile, inclusi eventuali prezzi o donazioni, non rappresenta una base per un danno erariale, in quanto solo non rispettando il prezzo di mercato si può commettere danno erariale”.

Una parte dei locali non utilizzabili

L’esposto prosegue evidenziando che “una parte dei locali” non erano abitabili e quindi avrebbero dovuto subire un cambio di destinazione d’uso. L’operazione non sembrava molto vantaggiosa per le casse comunali tant’è che il dirigente dell’area finanziaria con una nota aveva espresso “tutta la sua preoccupazione in merito all’acquisto dell’immobile e alle ripercussioni negative sulla spesa corrente”. Ma l’acquisto di questo edificio sembra proprio una priorità irrinunciabile per il Comune: infatti l’assessore al Demanio invita il suo dirigente a conferire un incarico a un professionista esperto esterno all’amministrazione, come dichiarato anche dal Comune a Fanpage.it, per la redazione di una perizia dello stabile, “vista la manifestata difficile valutazione dei lavori necessari all’adeguamento dei locali prodromici alla determinazione dell’importo di acquisto più congruo”, scrive l’assessore. E così viene incaricato un professionista esterno per la perizia, spendendo altri 11mila euro. Una perizia che stabilirà il valore dell’immobile superiore al milione di euro aggiungendo circa 300mila euro di lavori da effettuare “per rendere l’immobile oggetto dell’acquisto funzionale alle esigenze del Comune” che verranno “assegnati con un affidamento diretto”, sempre alla Viam, che incasserà quindi un milione e 300 mila euro per la vendita di una parte dell’edificio comprato a 520mila. L’atto ufficiale dell’acquisto dell’immobile da parte del Comune è datato 3 aprile 2025 con una determinazione dirigenziale che liquida 300mila euro a titolo di caparra per la compravendita.

Altri immobili di proprietà del Comune a costo zero

Un acquisto che sembra incomprensibile non solo per il costo, lievitato a dismisura, ma anche perché “in aree decentrate ubicate al nord del territorio comunale, Fregene e Maccarese, sono presenti locali di proprietà comunale che potevano essere utilizzati allo scopo”, prosegue l’esposto. “Le scelte sono state condivise e approvate in Consiglio comunale, in base alla valutazione tecnica e finanziaria, ritenendo questa soluzione più idonea alle esigenze attuali rispetto all’utilizzo di altri locali di proprietà”, chiosa il Comune.

Un acquisto che “appare ingiustificato” visto anche che nel 2018 “è stata sottoscritta una convenzione urbanistica in base alla quale” un’azienda “deve realizzare all’interno di un comparto edificatorio a scomputo degli oneri concessori – e quindi senza ulteriori oneri a carico dell’amministrazione – una grande piazza, ormai pressoché terminata, e un centro civico di superficie pari a 300mq”, si spiega nella segnalazione ai magistrati contabili. Che sottolinea anche che il centro civico sarebbe più facilmente raggiungibile anche con i mezzi pubblici. “La superficie del centro civico – fanno sapere dal Comune – è insufficiente rispetto alle necessità di uffici comunali. Pertanto, non risulta una soluzione adeguata per il decentramento degli uffici centrali”.

L’esposto denuncia anche una carenza d’istruttoria da parte del Comune che invece, come rimarcato più volte negli anni passati proprio dalla Corte dei Conti, deve essere necessariamente svolta “documentando la ragionevolezza e l’utilità dell’acquisto di un bene immobile, in relazione ai beni di cui già dispone, alla finalità pubblica perseguita e ai costi e benefici dell’operazione”. Affermazione respinta dal Comune che ha sottolineato “che è stata condotta un’istruttoria tecnica e amministrativa completa. Ad oggi – concludono – è stata versata esclusivamente la caparra confirmatoria pari a 300 mila euro, che rappresenta il 23% del valore totale dell’acquisto comprensivo dei lavori”.

In attesa che il Comune versi il restante importo da pagare alla Viam sono numerosi gli aspetti denunciati nell’esposto depositato alla Corte dei Conti che i magistrati dovranno valutare per fare chiarezza su una vicenda che sembra avere alcuni punti oscuri. 

4 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views