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Gestore di palestre vessato per anni da 2 usurai: incubo nato con prestito a strozzo da 80mila euro

I due sono padre e figlio, sono stati arrestati dai carabinieri e portati nel carcere di Rebibbia. Le minacce e le vessazioni andavano avanti dal 2006, quando l’imprenditore si era trovato in difficoltà economiche e aveva ottenuto da loro un prestito a strozzo. Negli anni gli interessi erano arrivati anche al 20%.
A cura di Natascia Grbic
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Due uomini, padre e figlio di 48 e 22 anni, sono stati arrestati dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma E.U.R con l'accusa di usura aggravata in concorso. Minacciavano, vessavano e pretendevano soldi da un imprenditore romano gestore di alcune di palestre che nel 2006 aveva avuto la malaugurata idea di rivolgersi agli strozzini per risollevare la propria attività. Ovviamente quello che gli hanno elargito era un prestito a strozzo, sul quale gravavano già interessi altissimi, che si sono protratti per anni. E se un mese l'imprenditore saltava una rata, erano guai: padre e figlio non esitavano a minacciarlo, mostrandogli anche le pistole per fargli capire che non scherzavano.

La vicenda per cui sono stati arrestati è cominciata nel 2006. Il 48enne si trovava agli arresti domiciliari sempre perché accusato di usura, ed era stato contattato dall'imprenditore, in difficoltà economica per la gestione delle sue palestre. I due pattuirono un prestito di 80mila euro, a seguito del quale gliene vennero dati 76mila: 4mila vennero subito decurtati come interesse anticipato del 5%. E così l'imprenditore è entrato nel vortice debitorio, con altri prestiti chiesti nel corso degli anni ogni volta che stava in difficoltà economiche: a riscuotere le rate (i cui tassi d'interesse erano lievitati poi fino al 20%) era il figlio dell'uomo. Se l'uomo ritardava con le rate veniva minacciato, inoltre era costretto a fare abbonamenti gratuiti agli amici dei due, che così andavano in palestra senza pagare. Una situazione andata avanti diversi anni, finita adesso con l'arresto dei due. L'imprenditore è andato dai carabinieri e li ha denunciati. Ora si trovano nel carcere di Rebibbia.

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