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Francesco Rizzo, il pilota narcos non risponde al giudice: per chi ha lanciato 8 chili di cocaina?

Francesco Rizzo, il pilota di 28 anni arrestato per aver lanciato sulle campagne della Sardegna un borsone da otto chili e mezzo di cocaina, non ha risposto alle domande del giudice. Gli investigatori dell’Arma stanno indagando sui legami del giovane col mondo del narcotraffico, cercando di scoprire chi gli ha dato la droga.
A cura di Natascia Grbic
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Non ha risposto al giudice per le indagini preliminari Francesco Rizzo, il pilota di 28 anni arrestato perché ritenuto responsabile di aver lanciato un borsone contenente otto chili e mezzo di cocaina sui tetti delle case di Baratili a Oristano. L'ipotesi, secondo chi indaga, è che Rizzo abbia avuto un complice a bordo dell'aereo, che potrebbe essere salito o a Olbia o a Santa Severa, dove il 28enne si era fermato per rifornirsi di carburante. Dalla sua posizione, infatti, sembra improbabile che Rizzo sia riuscito ad aprire il portellone laterale e lanciare il borsone: avrebbe dovuto lasciare il posto di guida, cosa impensabile da fare. E quel modello di aereo non ha nemmeno il pilota automatico, dettaglio che rende ancora più credibile l'ipotesi che il ragazzo abbia avuto un complice.

L'arresto di Rizzo e la chiamata a un'utenza pakistana

La tecnica di lanciare droga dagli aerei è molto usata dai narcos Sudamericani. Ed è la stessa modalità usata qualche giorno fa nelle campagne della Sardegna centro-occidentale. Gli inquirenti vogliono inoltre capire chi è stato a dare il borsone di cocaina, dal valore di diversi milioni di euro, a Francesco Rizzo, finora incensurato. S'indaga sul suo passato e su eventuali legami col mondo dei narcos. Il ragazzo è figlio di un ex carabiniere, indagato dalla Dda di Catanzaro per traffico di stupefacenti con il Sudamerica, ma non ci sarebbero legami – almeno per il momento – con le accuse avanzate nei confronti del 28enne. Al vaglio degli inquirenti anche una chiamata fatta da Rizzo il 28 marzo 2021, giorno in cui sono accaduti i fatti. I militari dell'arma hanno scoperto che quel giorno dal suo smartphone è partita una chiamata a un'utenza pakistana. Un fatto che i carabinieri stanno ancora cercando di approfondire.

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