Falsi invalidi e finti certificati per la 104: indagati due dipendenti della Asl di Roma

Due diverse truffe messe in atto da diversi dipendenti della Asl a Roma. La prima: concedevano falsi certificati di invalidità o attestazioni per la legge 104 a persone che non ne avevano diritto in cambio di denaro. La seconda: sono stati accertati almeno 400 episodi che riguardano certificati di visite necroscopiche mai eseguite da alcune agenzie di servizi funebri. Due funzionari del dipartimento di Medicina Legale di una asl romana sono stati sospesi per sei mesi dal servizio proprio perché elargivano questo tipo di favori in cambio di soldi. Stando a quanto emerge dalle indagini dei Nas dei Carabinieri di Roma, i due avrebbero accettato di produrre certificati falsi di invalidità civile con maggiorazioni della percentuale della stessa per il riconoscimento della Legge 104. Inoltre questi dipendenti avrebbero anche falsificato delle firme su documenti pubblici in favore di dipendenti di diverse agenzie di servizi funebri di Roma. Infine sarebbero coinvolti in almeno 400 episodi che riguardano attestazioni di visite necroscopiche in realtà mai eseguite, di cui rilasciavano invece un certificato. In pratica i dipendenti Asl non andavano a verificare il decesso delle persone, ma si fidavano di quanto affermavano le agenzie di pompe funebri. In totale sono stati emessi ed eseguiti 33 decreti di perquisizione nel corso delle indagini, di cui 14 in altrettante agenzie di servizi funebri, e le accuse vanno dalla corruzione alla falsità ideologica e materiale alla truffa aggravata ai danni dello Stato.
D'Amato: "Vicenda grave, mele marce vanno allontanate"
"La vicenda oltre che essere grave, mette in cattiva luce lo sforzo che tutta la sanità regionale sta compiendo nel contrasto alla pandemia. I dipendenti Asl infedeli saranno immediatamente sospesi e avviate le procedure per il licenziamento. Le mele marce vanno allontanate e la Regione si costituirà parte civile nell’eventuale procedimento", ha dichiarato l'assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato.