Parto quadrigemellare a Roma, probabilità di uno su 800mila: i bimbi salvi dopo 50 giorni in ospedale

Nati prematuri alla 28esima settimana, sono tornati a casa dopo 50 giorni i quattro gemellini venuti alla luce il 23 gennaio scorso nell'azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma. Si è trattato di una vera e propria sfida clinica complessa, quella svolta dall'ospedale in questi mesi. I piccoli sono cresciuti senza complicazioni grazie all'impegno di medici ed infermieri e oggi stanno bene.
Gravidanze quadrigemellari sono rarissime: si stima una probabilità di uno su 800mila. Ma a fine gennaio i quattro bimbi sono venuti al mondo: si tratta di tre maschi e una femmina.
L'arrivo della mamma al San Camillo
La mamma dei quattro gemellini è arrivata in Italia alla ventiduesima settimana di gravidanza dalla Macedonia, dove aveva effettuato un'induzione dell'ovulazione, senza che venisse verificato il numero di embrioni fecondati. Soltanto una volta arrivata al San Camillo ha scoperto di aspettare quattro gemellini. Così, lo scorso dicembre, è stata ricoverata per dolori pelvici, è stata presa in carico dall'ospedale e ha iniziato un percorso con controlli mirati, terapie preventive e monitoraggi quotidiani.
Le sue condizioni, però, sono peggiorate repentinamente. Ha iniziato a manifestare anemia, colestasi gravidica, infezioni urinarie, minaccia di parto pretermine. Le cure sono arrivate con un approccio multidisciplinare, "a partire dalla profilassi con cortisone per garantire la maturazione polmonare dei feti, fino alla neuroprotezione neonatale con solfato di magnesio", come sottolineano dall'ospedale.

Il parto a fine gennaio: "Un evento straordinario"
Il 23 gennaio alle 21.55, è arrivata poi la prematura rottura delle membrane ed è stato necessario il taglio cesareo urgente. I quattro piccoli, di peso compreso fra i 978 grammi e i 1165 grammi, sono stati accolti dalla squadra composta da 16 tra medici e infermieri della Terapia Intensiva Neonatale, già allertati e prontamente organizzati in gruppi operativi intorno alle incubatrici. In sala parto la situazione è stata gestita dalla Coordinatrice Ostetrica Elisabetta Campagna e le ostetriche, con in prima linea la Dirigente Ostetrica Stefania Nichinonni, che avevano predisposto ogni dettaglio, con il supporto delle neonatologhe dott.ssa Mazzarella, dott.ssa Marcozzi e dott.ssa Ottaviano, che nei giorni precedenti aveva supervisionato l'allestimento delle isole neonatali e di tutti i presidi necessari.
Hanno contribuito nelle operazioni anche il UOC di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale, squadra di eccellenza diretta dal Dottor Luca Maggio e dal suo team di neonatologi e infermieri, coordinati da Raffaele Guerracino.
"Questo evento straordinario è stato possibile grazie alla piena sinergia tra tutte le professionalità coinvolte: ostetrici, ginecologi, neonatologi, infermieri e tecnici che hanno lavorato fianco a fianco, con rigore, tempestività e dedizione, dimostrando ancora una volta la solidità e l’eccellenza del lavoro d’équipe all’interno di un grande ospedale pubblico", è il commento della professoressa Maria Giovanna Salerno, Direttora del Dipartimento Salute Donna Bambino.
Dopo il parto: la degenza e il ritorno a casa
Ad avere la meglio nell'operazione sono stati il lavoro di squadra, la rapidità d'azione e la preparazione di ogni componente. L'ospedale San Camillo, punto nascita di II livello, era già pronto ad affrontare una nascita così complessa. Per garantire alla mamma e ai neonati la massima sicurezza, sono state disposte tutte le misure necessarie, dalla temperatura adeguata, al supporto alla respirazione fino ad un'alimentazione per via endovenosa in attesa del latte della loro mamma.
I piccoli sono rimasti in ospedale per cinquanta giorni: non hanno avuto infezioni, non hanno avuto bisogno di trasfusioni né alcun problema neurologico. Sono cresciuti in modo ottimale e, nei giorni scorsi, sono finalmente tornati a casa.