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Emergenza rifiuti Roma

Emergenza rifiuti, Raggi vuole riaprire discarica di Albano senza rispettare regole su inquinamento

Virginia Raggi ha firmato un’ordinanza che impone la riapertura della discarica di Albano Laziale per risolvere, temporaneamente, l’emergenza rifiuti di Roma. Può farlo, secondo i tecnici del Ministero della Transizione Ecologica. Ma deve mettere nero su bianco anche la volontà esplicita a derogare le regole sull’impatto ambientale.
A cura di Enrico Tata
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Virginia Raggi ha firmato un'ordinanza che impone la riapertura della discarica di Albano Laziale per risolvere, temporaneamente, l'emergenza rifiuti di Roma. Può farlo, secondo i tecnici del Ministero della Transizione Ecologica. Ma deve mettere nero su bianco anche la volontà esplicita a derogare le regole sull'impatto ambientale. Per ospitare i rifiuti di Roma, infatti, la discarica di Albano avrebbe bisogno di un'AIA, Autorizzazione integrata ambientale, un provvedimento che serve per verificare la compatibilità ambientale di una determinata attività. Insomma, per riaprire il sito di Roncigliano la sindaca Raggi dovrà esplicitamente violare le regole sull'inquinamento. L'AIA della discarica, infatti, prevedeva l'autorizzazione per l'arrivo in quell'invaso dei rifiuti del vicino Tmb, ora non funzionante perché incendiato nel 2016. Non ci sono autorizzazioni, allo stato attuale, per conferire altri tipi di rifiuti e il proprietario non ha mai presentato una richiesta di aggiornamento dell'AIA. La sindaca dovrà quindi disporre una deroga alla stessa, esplicitamente. Dal Comune fanno sapere che si tratta di dettagli e che "la deroga era implicita". Tradotto: la sindaca della Città Metropolitana può autorizzare la riapertura della discarica per questioni emergenziali, ma per farlo deve anche prendersi la responsabilità di derogare tutte le regole sull'impatto ambientale.

Riapertura discarica Albano, il sindaco farà ricorso al Tar

Del resto anche il sindaco di Albano, Massimiliano Borelli, che ha annunciato già un ricorso al tar contro l'ordinanza, aveva sottolineato a Fanpage.it i problemi legati alla riapertura: "Quella discarica è chiusa da cinque anni, ha bisogno di una bonifica e l'Arpa Lazio ha rilevato forte presenza di inquinanti nel suolo e nelle falde acquifere. Non è sufficiente dire che l'invaso ha una capienza disponibile di circa 200mila tonnellate per portarci subito i rifiuti. Si tratta di una capienza legata alla vita di quella discarica in funzione del Tmb, perché quella discarica è una discarica di servizio legata al Tmb che è andata a fuoco nel 2016. In ultimo, essendo una discarica di servizio ha un Tmb, ma il Tmb è andato a fuoco e per portarci i rifiuti da un altro impianto serve un atto della Regione Lazio". La discarica di Roncigliano è chiusa dal 2016. Sei invasi su sette sarebbero ormai pieni, ma uno soltanto avrebbe posto per 200mila tonnellate di rifiuti. Lo stesso Manlio Cerroni, proprietario del sito, ma anche della vecchia discarica romana di Malagrotta, chiusa dal 2016, ha sollevato dubbi in merito a Roncigliano: "Per i rifiuti indifferenziati non ci sono nemmeno autorizzazioni. Lì possono essere smaltiti soltanto i rifiuti lavorati dal Tmb".

Raggi dovrà derogare sull'AIA, l'autorizzazione di impatto ambientale

Ricapitolando: nel corso del confronto tra Comune e Ministero è emerso che nell'ordinanza non è inserito un cambio dell'AIA, necessario invece per accogliere i rifiuti di Roma ad Albano. Nel settimo invaso del sito di Roncigliano potrebbero essere portati fino a 200mila tonnellate di rifiuti (Roma ne vorrebbe portare oltre mille al giorno), ma esso è idoneo soltanto per rifiuti trattati da Tmb. Per altri tipi di scarti serve un cambio di autorizzazione. Raggi, se vuole procedere, deve quindi inserire una deroga ambientale esplicita. L'AIA è un'autorizzazione che viene rilasciata solo dopo aver verificato i reali impatti ambientali e sull'inquinamento della azienda analizzata.

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