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È morto Giorgio Ciampi, il pluricampione di judo che era riuscito a mettere ko due rapinatori nel suo negozio

Giorgio Ciampi, il pluricampione di judo scomparso ed ex poliziotto e orefice, è morto a 85 anni dopo un ricovero in ospedale: nel 1991 era riuscito a sventare una rapina nella sua gioielleria mettendo ko da solo i due malviventi.
A cura di Giorgia Venturini
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È morto all'età di 85 anni Giorgio Ciampi, il pluricampione di judo scomparso ed ex poliziotto e orefice. Il 30 gennaio del 1991 era riuscito a sventare una rapina nella sua gioielleria in piazza Missori a Milano: gli aggressori lo avevano scaraventato contro il muro e gli avevano ordinato di sedersi con le mani alzate.

Ma Ciampi è pluricampione di judo e per questo quando uno dei due malvivente gli ha messo le mani in tasca il campione lo ha afferrato e gli ha stretto con violenza la sciarpa attorno al collo. Intanto l'altro ladro gli ha puntato la pistola addosso, "ma non poteva sparare perché io facevo in modo che davanti alla canna ci fosse sempre la schiena del suo amico", come ricorda Il Corriere della Sera in una vecchia intervista.

Alla fine il malvivente che Giorgio Ciampi teneva stretto è svenuto, a qual punto l'orefice ha vinto anche un violento corpo a corpo con l'altro aggressore. Così è riuscito a mettere ko entrambi. I due ladri, una volta arrivate le forze dell'ordine, era finiti poi in carcere.

Oggi tutti ricordano il pluricampione di judo, morto dopo un ricovero in ospedale. Durante la sua carriera da atleta aveva raggiunto il 7° Dan ed era diventato maestro benemerito. Divenne campione italiano di judo e direttore delle Fiamme Oro Milano dal 1985 al 1992 ed era stato anche docente di difesa personale alla Scuola di Polizia di Nettuno, al Reparto Celere di Milano, alla Scuola Polgai di Brescia. Anche i suoi allievi di judo gli regalarono diversi titoli italiani. Spiegava così il suo amore per questa disciplina: "La filosofia del judo insegna la flessibilità, ovvero saper aspettare l'attimo propizio per sfruttare l’errore dell’avversario". In tanti ora lo ricordano.

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