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Dice al collega “sei gay”, lui lo aggredisce e lo manda in ospedale: assolto

Parlava del suo orientamento sessuale con altri colleghi e lo ha aggredito. In tribunale il giudice lo assolve per ‘tenuità del fatto’.
A cura di Beatrice Tominic
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È stato assolto per tenuità del fatto l'uomo che aveva aggredito un collega causandogli 30 giorni di prognosi certificati dai medici. L'uomo, un sessantaquattrenne originario di Napoli, lavorava come bidello nel liceo scientifico Tullio Levi Civita quando è venuto a sapere che un suo collega parlava del suo orientamento sessuale con altri membri del personale della scuola superiore.

Così ha deciso di aggredirlo. I fatti risalgono all'aprile del 2016: il collaboratore scolastico ha urlato al collega in corridoio, si è avvicinato e lo ha picchiato, provocandogli un paio di contusioni al viso e qualche ferita. A processo, nonostante le lesioni riportate, il giudice si è espresso assolvendo il 64enne, come riporta in un articolo la Repubblica.

L'aggressione nei corridoi del liceo scientifico

All'epoca dei fatti il 64enne era in servizio, come riportano gli atti, presso il liceo scientifico statale Tullio Levi Civita, scuola superiore che si trova nella zona di via Prenestina, nel quadrante est della capitale. Dopo essere venuto a sapere del genere di discorsi che il collega intratteneva con i colleghi sul suo conto, ha deciso di aggredirlo. Nella mattina del 2 aprile di cinque anni fa, l'uomo è entrato a scuola in evidente stato di agitazione, come raccontato da un testimone e si è subito recato al quarto piano, dove stava lavorando il collega. "Vieni qua – gli avrebbe urlato di fronte ad una platea di alunni, docenti e colleghi – Ma non ti vergogni?".

Comprese le intenzioni del 64enne, il suo collega gli ha sferrato uno spintone. Ma la risposta dell'altro non ha tardato ad arrivare. Come scritto negli atti, a quel punto, ha colpito con pugni al volto e al torace il collega di lavoro determinandone la caduta. Nella colluttazione il 64enne ha anche provocato al collega lesioni giudicate guaribili in 30 giorni. Ma non sono bastati per assolvere il bidello per per tenuità del fatto.

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