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Defence Summit all’Auditorium, c’è chi dice no: “Roma è capitale di pace, non di guerra”

Il Defence Summit è stato annunciato per il prossimo 11 settembre all’Auditorium Parco della Musica. Ed è scoppiata la protesta: “Un evento inopportuno con la tragedia di Gaza in atto, ospitarlo a Roma va contro i principi stessi della città”, dichiara il consigliere Luparelli a Fanpage.it. Nel frattempo scatta il mail bombing di Stop Rearm Europe.
A cura di Beatrice Tominic
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È stato organizzato a Roma, all'Auditorium Parco della Musica, il Defence Summit, prima edizione dell'evento dedicato al peso economico dell'industria della Difesa in Italia. A coordinare le iniziative il ministro Guido Crosetto. Non appena data la notizia, c'è chi si è opposto.

"È una scelta che non possiamo accettare – ha dichiarato il consigliere di Roma Capitale e capogruppo Sinistra Civica Ecologista Alessandro Luparelli a Fanpage.it – Questo summit contraddice la vocazione della capitale come città del dialogo tra diversi e della pace, come è stato dimostrato nelle giornate di Giubileo dei Giovani che ha diffuso un messaggio di speranza".

Non appena appresa la notizia, anche da Stop Rearm Europe sono iniziate le azioni di protesta. È stata redatta una lettera da inviare al Comune di Roma e alla Regione Lazio, entrambi soci fondatori e componenti essenziali della Fondazione "Musica per Roma", da inviare in un'operazione di mail bombing nella quale chiunque è chiamato a mandare un'email agli indirizzi forniti dall'associazione. "Noi abbiamo lanciato l'appello, ma è difficile tenere traccia di quante email siano state già inviate", spiegano, a qualche giorno dall'invito alla protesta.

"Bene il mail bombing: faremo di tutto per dare voce a quella parte di città consapevole che la pace non si fa con le armi e con le bombe", è il commento di Luparelli sul tema. Organizzare a Roma e, in particolare, all'Auditorium il Defence Summit, come ha spiegato il consigliere capitolino, si contrappone allo sviluppo dei percorsi di pace con iniziative di solidarietà concreta e di supporto alle vittime civili in contesti di conflitti armati promosso da anni a Roma.

"Non vogliamo che la città, mettendo a disposizione spazi di propria competenza, venga associata a manifestazioni che evocano pratiche di guerra e che promuovono linguaggi, economie, approcci fondati sull’uso delle armi – spiega ancora a Fanpage.it il consigliere Luparelli – L'Auditorium in particolare rappresenta la location meno indicata per un summit del genere in quanto luogo di cultura, di arte, di incontro tra tutte le culture e i popoli, di presa di parola e di denuncia verso tutte le guerre. L'Auditorium è di per se un simbolo contro le guerre e le armi. E con la tragedia di Gaza in atto è particolarmente inopportuno".

Per questo, tramite una nota pubblicata nei giorni scorsi, viene chiesto alla  Presidente e all’Amministratore Delegato della Fondazione Musica per Roma di revocare la concessione dell’autorizzazione al Defence Summit, ribadendo la missione di fondo dell’Auditorium. "Non si tratta di una questione formale. È in gioco la coerenza profonda tra i luoghi e i significati che li attraversano. Ed è dovere di ogni istituzione tutelarne l'integrità simbolica".

Stop Ream Europe, composto da oltre 70 realtà di tipo associativo, movimenti, partiti, che lo scorso 21 giugno è sceso in piazza a Roma con oltre 100mila persone con la Manifestazione nazionale Stop Rearm Europe – No guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo, invece, nella sua lettera non risparmia critiche al ministero Crosetto: "Secondo lui la cultura della Difesa incarna il principio fondamentale della cultura democratica: non è su questo ossimoro che è nata la Repubblica italiana, ancora stremata da due guerre mondiali, non è questa la visione sancita dalla nostra Costituzione, che, al contrario, ci ricorda che l’Italia ripudia la guerra – scrivono nella lettera – Contro questo show dei mercanti di morte, l’11 settembre chiamiamo la città a promuovere un Social Summit davanti all’Auditorium per dire con determinazione e creatività il nostro collettivo no alla guerra, al riarmo, al genocidio, all’autoritarismo", concludono.

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