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“Da due anni le vieta di uscire da sola”: così i condomini hanno salvato la vicina di casa

Non poteva uscire di casa da sola, doveva tenere la suoneria del telefono attiva per permettere al compagno di controllare tutti i suoi contatti: così la vita di una donna era diventata un inferno. Salva soltanto grazie all’intervento dei vicini di casa.
A cura di Beatrice Tominic
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Da almeno due anni un quarantaseienne obbligava la compagna a restare chiusa in casa, minacciandola. L'uomo l'ha costretta a non coltivare o chiudere definitivamente amicizie, soprattutto quelle maschili. Da almeno due anni la donna veniva maltrattata e controllata quotidianamente. Il compagno le controllava il telefono e le email, pretendeva che il cellulare della donna restasse sempre ben visibile sul tavolo, con la suoneria accesa, per studiare ogni contatto della donna. Nel corso del tempo, aveva fatto in modo che la ragazza avesse paura anche di uscire da sola di casa, temendo poi ritorsioni una volta tornata a casa.

Nell'ultimo periodo, inoltre, le liti della coppia si erano fatte sempre più frequenti. Ed è proprio di un momento di lite che alcuni condomini, preoccupati per le sorti della loro amica, hanno allertato le forze dell'ordine chiamando il 112, chiedendo loro di intervenire per una segnalazione di lite in famiglia.

La chiamata alle forze dell'ordine

Dopo l'allarme sono arrivati sul posto i poliziotti del III distretto Fidene-Serpentara che sono stati immediatamente bloccati dai condomini che avevano dato l'allarme. Sono stati proprio loro a spiegare agli agenti la situazione che la donna stava vivendo. "Siamo molto preoccupati, le vieta anche di uscire di casa da sola", hanno spiegato i condomini agli agenti, temendo per l'incolumità della vicina di casa.

Così, circa tre mesi fa, sono scattati i primi controlli per verificare la veridicità delle parole dei condomini e, eventualmente, per intervenire in aiuto della donna.

L'intervento degli agenti

Gli agenti del commissariato di Fidene si sono organizzati per organizzare dei servizi di controllo per individuare il quarantaseienne e, soprattutto, avvicinare la donna. Approfittando di qualche minuto in cui si trovava da sola, i poliziotti sono riusciti ad avvicinarla e ad offrirle il loro aiuto. È stato a quel punto che la donna si è fatta coraggio e ha sporto denuncia, permettendo agli agenti di continuare gli approfondimenti sul caso.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Roma, sono continuate fino a quando non ci sono stati abbastanza elementi per far scattare la misura cautelare in quanto gravemente indiziato del reato di maltrattamenti in famiglia. 

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