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Cosa ne pensano i romani dell’Intelligenza Artificiale: per il 93% porterà guai a lavoro

Per il 93 per cento degli intervistati l’applicazione dell’AI porterà almeno uno svantaggio nel mondo del lavoro. È quanto emerge da una ricerca di Changes Unipol, elaborata da Ipsos, sul rapporto tra i cittadini di Roma e l’intelligenza artificiale.
A cura di Enrico Tata
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Cosa ne pensano i romani dell'intelligenza artificiale? Per il 93 per cento, percentuale più alta in Italia, l'applicazione dell'AI porterà almeno uno svantaggio nel mondo del lavoro. È quanto emerge da una ricerca di Changes Unipol, elaborata da Ipsos, sul rapporto tra i cittadini di Roma e l'intelligenza artificiale.

Per il 41 per cento degli intervistati l'AI potrebbe determinare una perdita di posti di lavoro e minori opportunità di lavoro per chi ha una scarsa alfabetizzazione digitale (40 per cento). Tra i benefici, invece, vengono segnalati un maggiore accesso a informazioni e dati (40 per cento), riduzione degli errori umani (38 per cento) e aumento della produttività (30 per cento).Nei prossimi 5 anni secondo i romani l'intelligenza artificiale migliorerà l'accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione (61 per cento), la gestione di propri spostamenti e della mobilità (52 per cento) e la precisione e velocità delle diagnosi mediche (51 per cento).

Il 97 per cento degli intervistati dice di sapere cosa si parla, ma soltanto il 7 per cento l'ha utilizzata e solo il 5 per cento ha una conoscenza approfondita di questa tecnologia. Il 18 per cento dei romani è attratto e incuriosito dall'IA, il 24 per cento è preoccupato e diffidente e il 46 per cento non si sbilancia. 

Come accennato, il problema più sentito è legato alle conseguenze sul mondo del lavoro. Dalla perdita di posti di lavoro alla dipendenza dalla tecnologia fino alla minaccia per la creatività (ne ha parlato il 35 per cento degli intervistati). Un romano su quattro, inoltre, è preoccupato dal tema della disinformazione e dalla difficoltà di riconoscere le informazioni generate dall'IA. Ben l’86 per cento dei romani sostiene che sia necessaria l’introduzione "di almeno una misura di controllo sull’IA per contrastare il fenomeno della disinformazione". Con il 53 per cento delle preferenze, si legge nel rapporto, "l’opzione più indicata è quella relativa all’introduzione di regolamenti e leggi severe sull’uso dell’IA, seguita al 40 per cento dall'educazione e formazione dei cittadini e al 29 per cento dallo sviluppo di tecnologie per rilevare la disinformazione". 

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