Concessioni balneari, spiagge e legalità: l’assessore Zevi racconta il futuro del mare di Roma a Fanpage

L’assessore capitolino al Patrimonio e alle Politiche Abitative, Tobia Zevi, racconta a Fanpage.it il futuro del litorale romano, dagli stabilimenti sul lungomare di Ostia ai chioschi sulla spiaggia libera di Castel Porziano.
A cura di Enrico Tata
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Assessore Tobia Zevi
Assessore Tobia Zevi

A giugno sono state assegnate le concessioni temporanee per gli stabilimenti balneari di Ostia, il mare di Roma, e nei giorni scorsi il Campidoglio ha aggiudicato i cinque chioschi delle spiagge libere di Castel Porziano. Si tratta della prima gara mai svolta nella storia di quel tratto del litorale romano. "Con qualche giorno di ritardo, e ci dispiace per i cittadini, ci saranno tutti i servizi garantiti: innanzitutto la balneazione sicura, cioè i bagnini, che sono molto importanti in quel tratto di costa, due chilometri circa, 18 postazioni di bagnini tutti i giorni e questo vuol dire tante persone e tanti costi anche. E poi tutto il resto: la pulizia della spiaggia, i bagni chimici, la possibilità di governare le dune, che naturalmente sono un'area di grande pregio", ha spiegato a Fanpage.it l'assessore capitolino al Patrimonio e alle Politiche Abitative, Tobia Zevi.

Sono stati assegnati i chioschi di Castel Porziano, ma il centrodestra sostiene che è troppo tardi e che è tardi per assicurare la stagione balneare a cittadini e turisti. Come risponde? 

È importante che quando si parla delle cose le si conosca. Castelporziano è una spiaggia meravigliosa, amatissima dalle romane e dai romani, un regalo che l'allora presidente della Repubblica Saragat fece alla nostra città. Ma è anche un luogo molto complicato dal punto di vista amministrativo, perché tecnicamente la Presidenza della Repubblica, attraverso la Capitaneria di Porto, dà in concessione questo luogo a Roma Capitale, che a sua volta subconcede i servizi.

Quindi è come se noi fossimo uno stabilimento per usare una forma un po' inesatta, in più in una riserva naturale. Avevamo proceduto, d'accordo con le altre istituzioni, con una proposta che ci sembrava intelligente, perché ci sembrava bello poter trasformare i chioschi dal cemento al legno e anche migliorare i servizi. Purtroppo le autorità competenti ci hanno messo tanto per valutarla e alla fine l'hanno bocciata. Per questo abbiamo accumulato ritardo, ma rapidamente abbiamo pubblicato una gara, la prima della storia di Castelporziano, per la gestione di questi servizi che abbiamo aggiudicato in un tempo record, 15 giorni.

Ce la faremo a garantire una spiaggia meravigliosa anche quest'estate e lo faremo, ripeto, a valle di una procedura evidenza pubblica che non c'era mai stata nella storia di Roma.

Un cittadino o un turista che vuole andare al mare a Roma nel weekend, cosa si deve aspettare?

Ci sono due tipologie di spiaggia in questo momento. Gli stabilimenti, che sono regolarmente aperti dal primo maggio. Abbiamo fatto i bandi e quindi stiamo procedendo alle assegnazioni definitive, ma nel frattempo abbiamo consentito a chi voleva di rimanere aperto. Tanto è vero che sono strapieni.

Ci sono anche le spiagge libere, secondo me il futuro della spiaggia a Roma e in Italia. Cioè l'idea che si possa andare in spiaggia, avere tutti i servizi, dal cibo all'ombrellone, ma si può anche decidere di portarsi l'asciugamano da casa. Insomma, una spiaggia libera attrezzata. Ce ne sono sei, che noi abbiamo affidato a vincitori di bandi e sono tutte funzionanti, anche se ancora non hanno avuto la possibilità di costruire il chiosco in legno e l'hanno sostituito, diciamo, con una specie di gazebo, è un piccolo disservizio, ma comunque funziona.

Ce ne sono tre, per cui nessuno ha partecipato a bando, sono quelle più a nord, verso Ponente, che abbiamo scelto di gestire noi. L'abbiamo fatto con un grande investimento e ci abbiamo portato l'estate romana. Significa che non solo garantiamo a ponente, in un territorio molto difficile, i bagnini, le passerelle, le zone d'ombra, l'attrezzatura per i disabili, ma garantiamo iniziative per ragazzi, bambini, giovani, famigli,  tutti i pomeriggi e tutte le sere.

Questione concessioni balneari, avete messo mano a un tema lasciato ad anni di immobilismo. Un tema molto complicato, ci fa il punto su questo?

Abbiamo aggiudicato più di trenta concessioni. Voglio essere molto chiaro su un punto: il nostro obiettivo non è fare la guerra ai balneari, ai lavoratori e agli imprenditori. Ma vogliamo aumentare i servizi ai cittadini romani, migliorare la tutela dell'ambiente, aumentare l'accessibilità al mare e possibilmente creare anche un po' di concorrenza economica, non perché ce lo chiede l'Europa, ma perché è sano.

Per fare questo l'obiettivo sono i bandi pluriennali, cioè la possibilità di permettere a un imprenditore di avere in concessione uno stabilimento per 15 o 20 anni. Per arrivare a questo, che è l'obiettivo finale, servono due cose: una se ne occupa la Regione Lazio, che è la protezione della costa. La seconda, che dipende dal Comune di Roma, è il nuovo Piano di utilizzazione degli arenili, approvato dall'Assemblea capitolina, passato alla Regione per la sua valutazione di competenza e ora di nuovo l'attenzione dell'Assemblea capitolina.

Questo approvazione ci consentirà di ridisegnare l'intero assetto del litorale romano: più accessi, più spiagge libere, meno cemento, meno costruzioni, meno lungo muro e naturalmente la possibilità per gli operatori di partecipare ad un bando pluriennale. Oggi siamo in una fase intermedia perché il cambiamento non è una passeggiata, come dico sempre, e quindi abbiamo fatto ciò che potevamo fare, cioè bandi annuali e trasparenti. 

È corretto dire che ci sono 13 stabilimenti chiusi in questo momento e non so se ce ne saranno altri, perché sono attività che portano avanti la Guardia di Finanza, la Procura, la Capitaneria di Porto, perché c'erano degli abusi e questi abusi sono emersi anche in seguito al nostro lavoro, che da decenni non veniva fatto. 

Mi dispiace per i lavoratori e i cittadini che sono coinvolti. Un cittadino che ha pagato la cabina e si trova stabilimento chiuso dalla Finanza o dai vigili ha perso i soldi e  la sua vacanza. Soffre e io soffro con lui. E lo stesso vale per i lavoratori, che magari hanno fatto conto su un'entrata e che non possono farci conto. Noi abbiamo chiesto alla Regione e al ministero di provare a aprire un tavolo di crisi per loro, proprio perché è importante farsene carico. Ma certamente non possiamo rinunciare alla trasparenza, alla legalità e a un lavoro serio sul litorale.

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