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Com’è morto Pier Paolo Pasolini, 50 anni dalla scomparsa tra verità giudiziaria e teorie del complotto

Sono trascorsi 50 anni dall’omicidio di Pier Paolo Pasolini, trovato morto all’Idroscalo di Ostia il 2 novembre del 1975. Il delitto, la confessione di Giuseppe Pelosi, la ritrattazione 30 anni dopo e le teorie del complotto.
A cura di Alessia Rabbai
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Pier Paolo Pasolini
Pier Paolo Pasolini

Pier Paolo Pasolini è stato trovato morto sulla spiaggia dell'Idroscalo di Ostia sul litorale Sud di Roma nella notte tra l’1 e il 2 novembre 1975. Cinquantatré anni, poeta, scrittore, regista, sceneggiatore, attore, pittore e drammaturgo, considerato tra i maggiori intellettuali italiani del Novecento. Il ritrovamento del suo corpo senza vita è subito apparso come un delitto brutale ed enigmatico. Il cadavere appariva massacrato e travolto a più riprese dalla sua stessa auto. A cinquant’anni di distanza, le ombre sull'assassinio di Pasolini non si sono del tutto dissolte.

Giuseppe Pelosi confessò l'omicidio di Pasolini poi ritrattò

Giuseppe Pelosi (Getty Images)
Giuseppe Pelosi (Getty Images)

Pasolini è stato picchiato e investito con la sua stessa auto, un'Alfa Romeo Giulia 2000 GT Veloce. A trovarne il cadavere massacrato è stata una donna verso le ore 6.30 della mattina, a riconoscerlo il suo amico Ninetto Davoli. Per l'omicidio di Pier Paolo Pasolini Giuseppe Pelosi detto ‘Pino' è sempre stato l'unico imputato. Un diciassettenne originario di Guidonia Montecelio già noto alle forze dell'ordine. Pelosi ha confessato il delitto: ha raccontato di aver incontrato il regista la sera del primo novembre a Roma.

Era insieme a degli amici in un bar in piazza dei Cinquecento vicino alla stazione Termini. A suo dire Pasolini gli si sarebbe avvicinato, invitandolo a salire sull'auto. Dopo alcuni giri romani, i due hanno raggiunto la periferia di Ostia, dove sarebbe nata una lite degenerata in omicidio, per dei presunti approcci sessuali da parte di Pasolini. Usciti dalla macchina avrebbe colpito il giovane con un bastone, che lui gli ha poi strappato di mano per colpirlo con violenza.

È poi risalito sull'auto, investendolo più volte e uccidendolo. Pelosi in sede processuale è stato condannato in primo grado per omicidio volontario in concorso con ignoti. La sentenza della Corte d'Appello ne ha riconosciuto la condanna come unico imputato, escludendo ogni riferimento al concorso di altre persone nell'omicidio.

La ritrattazione di Giuseppe Pelosi e l'ipotesi del commando

Giuseppe Pelosi ha ritrattato la sua confessione sull'omicidio il 7 maggio del 2005 durante la trasmissione ‘Ombre sul giallo' di Franca Leosini. La sua frase "Non sono io l’assassino di Pier Paolo Pasolini" ha riaperto altri scenari ipotizzati dagli inquirenti. Ha spiegato di aver assistito all’omicidio compiuto in realtà da tre uomini, che lo avrebbero minacciato di non raccontare nulla. E ha parlato di un ‘commando' che avrebbe voluto ucciderlo per motivi politici dovuti ai suoi scritti scomodi e alle sue denunce contro il potere.

Le teorie del complotto sull'omicidio di Pier Paolo Pasolini

William Defoe sul set del film di Abel Ferrara sulla vita di Pierpaolo Pasolini (La Presse)
William Defoe sul set del film di Abel Ferrara sulla vita di Pierpaolo Pasolini (La Presse)

Dopo la ritrattazione di Pelosi nel 2010 la Procura della Repubblica ha riaperto l'inchiesta sull'omicidio di Pasolini per nuovi esami sui reperti. Tuttavia ciò non ha portato a risultati concreti che potessero far luce sul delitto, perché le tracce biologiche esaminate e le testimonianze raccolte non sono state sufficienti. Sono varie le ipotesi legate al delitto di Pasolini che si sono delineate nell'arco dei cinquantanni trascorsi dalla sua scomparsa.

Tra le teorie discusse c'è sicuramente quella di un omicidio politico. A sostegno di questa ipotesi ci sono gli ultimi scritti di Pasolini, che poco prima della sua morte aveva pubblicato articoli come ‘Io so', in cui denunciava collegamenti tra politica, servizi segreti e criminalità. Un’altra teoria riguarda il furto delle bobine di ‘Salò o le 120 giornate di Sodoma'. Secondo questa ipotesi Pasolini avrebbe incontrato delle persone all'Idroscalo di Ostia per recuperare il materiale rubato. Un incontro che si sarebbe rivelato in realtà una trappola mortale.

Una parte degli intellettuali anche amici di Pasolini che rifiuta la lettura politica e militante delle sue opere non ha creduto alla ritrattazione di Pelosi, arrivata a distanza di trent'anni e non credono a complotti. C'è chi pensa si sia trattato di un omicidio omosessuale, strettamente legato alla sua vita privata.

Perché la morte di Pasolini è un mistero irrisolto per la memoria collettiva

La morte di Pier Paolo Pasolini resta ancora oggi dopo cinquant'anni in un certo qual modo uno dei più grandi misteri irrisolti della storia italiana. Forse perché con i suoi scritti è stato un intellettuale scomodo, lucido e visionario. Alberto Moravia il giorno nel discorso dedicato a Pasolini il giorno del suo funerale ha scritto: "La sua fine è stata al tempo stesso simile alla sua opera e dissimile da lui. Simile perché egli ne aveva già descritto, nella sua opera, le modalità squallide e atroci, dissimile perché egli non era uno dei suoi personaggi, bensì una figura centrale della nostra cultura, un poeta che aveva segnato un'epoca, un regista geniale, un saggista inesauribile".

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