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Chiesto il processo per 31 neofascisti: hanno fatto il saluto romano per il “presente” di Acca Larentia

Si tratta di militanti dell’organizzazione neofascista CasaPound. Sono accusati di violazione della legge Mancino che punisce i crimini d’odio, e della legga Scelba che punisce l’apologia di fascismo.
A cura di Valerio Renzi
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A 48 ore di distanza da lraduno di duemila estremisti di destra a Milano, che hanno eseguito il rito del "presente" con tanto di saluti romani per il cinquantesimo anniversario della morte di Sergio Ramelli, arriva la notizia che la Procura di Roma ha iscritto al registro degli indagati 31 neofascisti per aver eseguito il saluto romano il 7 gennaio dello scorso anno. Il contesto è quello di Acca Larentia, dove ogni anno centinaia di estremisti di destra si radunano per un rito del presente analogo a quello visto due giorni fa per Ramelli. Nel caso romano i "camerati" arrivano da tutta Italia per ricordare i due giovani missini Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, uccisi da un commando di estrema sinistra nel 1978 sull'ingresso della sede, e di un terzo – Stefano Recchioni – raggiunto da un colpo di pistola negli incidenti che ne seguirono.

L'inchiesta che si è conclusa con la richiesta di rinvio a giudizio per 31 militanti di CasaPound, è coordinata dal procuratore capo Francesco Lo Voi. Ai neofascisti viene contestata la violazione della legge Mancino e delle legge Scelba. La Legge Mancino è quella che punisce frasi, gesti, azioni e slogan aventi per scopo l'incitamento all'odio, l'incitamento alla violenza, la discriminazione e la violenza per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali, mentre la legge Scelba è la norma che vieta la riorganizzazione del partito fascista, inoltre definisce il reato di apologia del fascismo.

La richiesta di rinvio a giudizio, arriva ad alcuni mesi dal deposito delle motivazioni delle Sezioni Unite della Cassazione dell'aprile dello scorso anno sul tema. I giudici sono intervenuti sulla giurisprudenza attorno alla questione del saluto romano, per stabilire se sia o meno reato e se si possa considerare o meno apologia del fascismo. La risposta delle Sezioni Unite è piuttosto semplice, quanto aperta a intepretazioni: dipende dal contesto.

"L'integrazione del reato richiederà – si legge nella sentenza  – che il giudice accerti in concreto alla stregua di una valutazione da effettuarsi complessivamente, la sussistenza degli elementi di fatto (esemplificativamente, tra gli altri, il contesto ambientale, la eventuale valenza simbolica del luogo di verificazione, il grado di immediata, o meno, ricollegabilità dello stesso contesto al periodo storico in oggetto e alla sua simbologia, il numero dei partecipanti, la ripetizione insistita dei gesti, ecc.) idonei a dare concretezza al pericolo di ‘emulazione' insito nel reato secondo i principi enunciati dalla Corte costituzionale".

Rispondendo alla sentenza delle Sezioni Uniti, secondo gli inquirenti quella di Acca Larentia è un rito che ricalca la  "liturgia delle adunanze usuali del disciolto partito fascista". I militanti di estrema destra coinvolti sono stati individuati dalla Digos della Questura di Roma e dai carabinieri grazie all'analisi dei video.

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