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Chiede al fratello di uccidere il marito che la menava, condannati all’ergastolo

Il giudice ha stabilito la condanna all’ergastolo per Dorina Caka e Gezim Gjini, fratello e sorella, per l’omicidio del marito di lei. Condannati a 18 e a 15 anni Tomai Arlindi e Gerard Beshello.
A cura di Alessia Rabbai
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Ergastolo è la condanna che il giudice del Tribunale di Roma ha stabilito per Dorina Caka e Gezim Gjini, fratello e sorella di origini albanesi, che hanno premeditato l'omicidio del marito di lei, il trentaquattrenne Petrit Caka. Il delitto risale al 13 dicembre del 2022 e si è consumato in un'abitazione di Rocca di Papa.

Gezim Gjini, trentuno anni, tornando appositamente dall'Albania, ha ucciso Caka a coltellate in casa e si è portato via soldi e gioielli, per provare a depistare le indagini, per far passare l'accaduto come una rapina finita male. Ma gli inquirenti che hanno indagano sul caso hanno ricostruito la vicenda e sono risaliti ai due fratelli. Come riporta Il Corriere della Sera tutti e due con la sentenza per omicidio in concorso hanno ricevuto il massimo della pena. I famigliari di Caka sono assistiti dagli avvocati Francesco Grande e Serena Di Giorgio. Nell'omicidio sono state coinvolte altre due persone, Tomai Arlindi e Gerard Beshello, condannati rispettivamente a diciotto anni e a quindici anni di carcere.

Secondo quanto ricostruito in sede d'indagine le responsabilità dei due fratelli sono emerse da alcune intercettazioni, che hanno fatto trapelare la verità. Caka picchiava sua moglie, violenze verbali e fisiche, che sono andate avanti per anni. Fino a quando la quarantottenne non ne ha parlato con suo fratello e i due hanno organizzato un piano per ucciderlo. Dorina Caka dunque è la mandante dell'omicidio mentre suo fratello l'esecutore materiale e hanno avuto l'aiuto di due complici.

I carabinieri di Frascati hanno arrestato la donna e i due complici a luglio 2023 mentre il cognato della vittima non si trovava. Nei suoi confronti è scattato un mandato di arresto europeo, la polizia albanese lo ha intercettato e arrestato, ai fini dell'estradizione. Gezim Gjini è infatti arrivato in Italia il 12 dicembre 2022, il giorno prima dell’omicidio, ed è era ripartito la sera seguente, un comportamento che ha subito fatto insospettire gli inquirenti, portandoli a fare degli approfondimenti sul suo conto e alla conseguente emissione del mandato d'arresto europeo.

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