Cgil cala striscione per i referendum alla parata del 2 giugno: “Scriviamo ancora la storia”

Uno striscione per invitare le persone a votare al referendum dell'8 e del 9 giugno è stato calato dalla Cgil durante la parata per le celebrazioni della festa della Repubblica. Il manifesto, raffigurante la storica foto della ragazza che ‘buca' la prima pagina de Il Corriere della Sera sulla nascita della Repubblica Italiana, è stato calato dal ponte degli Annibaldi al Colosseo, mentre il resto della città è stato tappezzato di manifesti. "Continua a fare la storia, 8 e 9 giugno vota!", si legge sullo striscione.
"L'8 e il 9 giugno scriviamo la storia"
"La Repubblica Italiana è nata grazie alla straordinaria partecipazione popolare delle cittadine e dei cittadini che hanno scelto il proprio futuro andando a votare per un referendum – ha dichiarato la Cgil in una nota – Oggi, come allora, i referendum continuano ad essere una delle massime espressioni di democrazia del nostro Paese perché consegnano alle persone il potere legislativo e permettono di determinare il proprio futuro. Ci aspettiamo che le cittadine e cittadini vadano a votare l’8 e il 9 giugno e scrivano, ancora una volta, la storia".
I referendum dell'8 e 9 giugno
Sono cinque i referendum abrogativi sui cui i cittadini sono chiamati a esprimersi: quattro riguardano le leggi sul lavoro, uno la cittadinanza. In particolare, si deciderà per ristabilire l'obbligo di reintegro del lavoratore in tutti i casi di licenziamento illegittimo (il vecchio articolo 18 dello Statuto dei lavoratori); per l'eliminazione del tetto massimo di indennizzo del lavoratore in caso di licenziamento illegittimo nelle aziende con meno di quindici dipendenti (in questo caso il giudice, a seconda dei casi, potrebbe stabilire risarcimenti maggiori); per stabilire l'obbligo, nel caso di contratti determinati inferiori a dodici mesi, di indicare il motivo per cui si stia procedendo con questo tipo di contratto; per stabilire la responsabilità solidale negli appalti, a maggior tutela dei lavoratori; per cancellare la norma che prevede la cittadinanza italiana dopo dieci anni di residenza. Se dovesse vincere il sì, la cittadinanza italiana si otterrà dopo cinque anni, e non più dieci.