Cani feriti, rinchiusi tra feci e sporcizia: condannato il proprietario di un allevamento dell’orrore

Cani feriti e sofferenti, costretti a vivere tra sporcizia e feci all'interno di un'intercapedine tra reti di materassi. È quanto venuto alla luce in un allevamento in via Gregoraci in zona Romanina a Roma per cui il giudice ha condannato il proprietario, un quarantaquattrenne romeno, a pagare una multa di 10mila euro.
La Procura della Repubblica parla di un canile degli orrori, dove venivano maltrattati otto cani di razza dogo argentini e due meticci, uno dei quali purtroppo è morto. I cani trovati all'interno della struttura, che probabilmente li allevava per la vendita, erano in gravi condizioni igienico-sanitarie. Sono stati sequestrati, per loro l'incubo è finito da tempo, sono stati curati e dati in adozione, oggi hanno una famiglia. Per il proprietario dell'allevamento invece è arrivata la condanna.
Allevamento degli orrori alla Romanina
I maltrattamenti risalgono al 2019, secondo quanto ricostruito i cani erano feriti e sofferenti, rinchiusi in un’intercapedine ricavata tra reti di materassi tra sporcizia e pezzi di legno scheggiati. Come riporta La Repubblica, che cita il capo d'imputazione "vivevano in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze". E ancora, i cani avevano "dermatiti da pulci, eritemi, alopecia e lesioni crostose".
Uno dei cani della struttura è deceduto dopo aver contratto il parvovirus, un'infezione che si sviluppa con il contatto con feci infette. A segnalare i maltrattamenti è stato un residente, che ha permesso l'intervento della zoofila. L'associazione Anapa Official si è costituita come parte civile con l'avvocata Maria Morena Suaria, il proprietario dell'allevamento condannato dovrà risarcirla di 1500 euro.