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Campidoglio in smart working, M5s: “Decisione Gualtieri in ritardo, lavoro agile sia strutturale”

Il consigliere capitolino Antonio De Santis ha chiesto che sia ripreso il progetto della giunta Raggi di rendere lo smart working strutturale al 30%.
A cura di Natascia Grbic
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"L’applicazione dello smart working è arrivata in ritardo. Nel frattempo la variante Omicron del virus ha creato non pochi problemi, come dimostra quanto avvenuto presso l’Assessorato ai quindici minuti. Il tema però non è legato solo all'emergenza: non vorrei che la nuova giunta, in tema di smart working, perdesse l'occasione di dare continuità al lavoro portato avanti nella scorsa consiliatura, con milioni di euro investiti proprio per permettere il lavoro agile". A parlare a Fanpage.it è Antonio De Santis, consigliere del Movimento 5 Stelle all'Assemblea capitolina. Dopo giorni di richieste, alla fine il Campidoglio ha deciso di concedere lo smart working al 50% delle giornate lavorative per ogni dipendente. Con un termine: il 31 marzo 2022. "La concessione dello smart working è sicuramente frutto della battaglia che abbiamo messo in campo in queste ultime settimane – aggiunge De Santis – ma non ci basta".

Ciò che i consiglieri del M5s chiedono, è che lo smart working diventi strutturale al 30%. Si tratta di una proposta che era stata fatta durante la precedente amministrazione Raggi, in cui si puntava a rendere il lavoro agile definitivo per alcune mansioni. "Nel periodo covid lo smart working ha funzionato benissimo, tanto che avevamo investito 12 milioni di euro in strumentazioni per lavorare da casa – continua De Santis – E durante la campagna elettorale Gualtieri si era dichiarato d'accordo con lo smart working al 30%. Nei mesi successivi però, non l'ha mai applicato, nemmeno con la quarta ondata e con l'avanzare di Omicron. In tutto questo periodo abbiamo fatto richieste e depositato atti, e finalmente venerdì si è tornati allo smart working".

Ciò che i consiglieri M5s chiedono, è che il sindaco di Roma si esprima sul tema. "Serve un modello di pubblica amministrazione nuovo, moderno e agile: nuove assunzioni di giovani oltre che dotazioni tecnologiche da applicare ai nuovi modelli di lavoro – conclude De Santis – Negli anni scorsi avevamo previsto in tal senso un piano investimenti ben preciso e un modello di applicazione al 30% del lavoro da remoto per le mansioni cui è applicabile. In campagna elettorale Gualtieri si era pronunciato favorevolmente, ma poi i segnali non sono stati confortanti e si è fatta fatica perfino a farlo applicare nell’emergenza. Serve una visione della pubblica amministrazione che guardi al futuro".

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