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Bimba muore dopo il parto, l’allarme dei residenti: “Sentivo le grida della mamma dal seminterrato”

“Tavole alle finestre per attutire le urla”: cosa succedeva nella struttura di Testaccio a Roma, dove venerdì scorso ha perso la vita una neonata subito dopo il parto.
A cura di Beatrice Tominic
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L’ingresso della struttura, foto da Instagram.
L’ingresso della struttura, foto da Instagram.

Continuano le indagini sul caso della piccola morta subito dopo il parto a Roma, in via Marmorata. La notizia della tragica vicenda è stata resa nota soltanto nella serata di venerdì 12 settembre, ma risale a qualche ora prima. È stato nel pomeriggio, verso le ore 17, che alcuni residenti si sono accorti della presenza della polizia davanti al centro gestito dalle ostetriche che promuovevano il parto non ospedaliero, senza anestesia e senza l'uso dell'epidurale. Due di loro, fra cui la titolare, sono state denunciate.

Il racconto della residente: "Situazione al limite"

La segnalazione della presenza della polizia davanti a "Il Nido" dopo la morte della piccola è arrivata venerdì pomeriggio, con un messaggio alla scrittrice e attivista Francesca Bubba da parte di una residente della zona. "Sono anni che vedo e purtroppo sento situazioni al limite – racconta la donna, come riportato nella newsletter di Bubba Materno, lotta di classe, riflessioni e azioni collettive Tavole messe alla finestra per coprire le urla che durano giorni interi, parti nel seminterrato. Sono stravolta, sentivo le urla della mamma".

Neonata muore dopo un parto nello stabile "Il Nido"

Lo stabile adibito ai parti è il seminterrato di un palazzo, al civico 169, oggi sequestrato e chiuso con i sigilli dagli inquirenti. Anni fa, invece, era stato un asilo. "Il Nido" nel quartiere di Testaccio a Roma era già noto per la sua sfiducia nei confronti dell'ospedale e, soprattutto, a chi risiede nella zona che spesso si è trovato in ascolto di partorienti che urlavano dal dolore, dietro alle finestre del seminterrato coperte da tavole di legno per attutire i rumori provenienti dall'interno.

A parlare della struttura, già nel 2021, è stata proprio Bubba che segnalava, da parte delle ostetriche, la "costante sfiducia nei confronti del personale sanitario" e di conseguenza la promozione della pratica del parto in casa con metodi dubbi per curare problemi derivati dalla gravidanza, dal post partum.

La struttura contro la medicalizzazione: "Mamme, basta credere in voi stesse"

Secondo quanto raccontato all'attivista da un'operatrice che ha lavorato nella struttura, l'opportunità di medicalizzazione era "descritta come il male supremo" e l'anestesia come "il diavolo del parto", così come ad essere demonizzato era il passeggino, a favore, invece, di fasce porta bebè. Allo stesso modo il corso promuoveva anche l'allattamento esclusivamente al seno fino anche ai sei anni di età del bambino.

Dei suggerimenti, talvolta imposizioni, di cui si può avere un facile riscontro sul profilo Instagram della struttura. "Mamme, non vi serve il corso preparto – dice un'operatrice in un video – Dovete soltanto credere in voi stesse. Come dice la mia maglietta".

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