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Bimba morta a 10 anni durante operazione all’orecchio: “Anestesisti responsabili, ma reato prescritto”

La piccola ha perso la vita durante un intervento al timpano. Gli anestesisti erano stati condannati a due anni per omicidio colposo e a pagare un risarcimento: “Si sono assentati per andare al bar ed è morta”, è la versione dell’accusa.
A cura di Beatrice Tominic
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"La sentenza riconosce la penale responsabilità dei due anestesisti ma è stata dichiarata la prescrizione per il decorso massimo dei termini". È quanto dichiarato dall'avvocato di parte civile Gianluca Tognozzi, come si legge su il Corriere della Sera, dopo la decisione dei giudici della Corte di Appello di Roma di non procedere per intervenuta prescrizione dei confronti degli imputati per la morte della bimba morta a 10 anni durante un'operazione all'orecchio. La piccola, sottoposta ad un intervento al timpano nel 2014, è morta nella clinica di Villa Mafalda. Per quanto avvenuto sono stati sottoposti a processo due medici anestesisti.

Il processo

A sedersi sul banco degli imputati due medici anestesisti Pierfrancesco Dauri e Federico Santilli della clinica in cui la piccola è stata sottoposta all'intervento dieci anni fa. Oltre a loro sono finiti a processo anche un medico, l'otorino e la direttrice della clinica, accusata solo di falso ideologico. I reati contestati ai due anestesisti, invece, sono quello di  omicidio colposo e falso. Secondo l'accusa non avrebbero "creduto a quello che leggevano sul saturimetro" e non avrebbero svolto le azioni necessarie a salvare la bimba. Secondo la ricostruzione emersa in tribunale, i due sarebbero usciti dalla sala operatoria prima del previsto per andare al bar, senza monitorare la bambina.

La condanna agli anestesisti e la prescrizione

I due anestesisti a processo sono stati condannati in primo grado a due anni per omicidio colposo, con pena sospesa e subordinata al pagamento di una provvisionale di 550mila euro in favore dei familiari della piccola. La richiesta di prescrizione è arrivata al pm nell'aprile dell'anno scorso.

"La bambina stava benissimo, non sono emerse patologie cardiachi pregresse – aveva dichiarato l'avvocato Tognozzi in uno degli appuntamenti in aula – È morta per il loro comportamento: dopo averle somministrato l'anestetico si sono allontanati. Uno di loro ha anche fatto una chiamata di 42 secondi. Per legge non poteva allontanarsi".

Secondo l'accusa, i due non avrebbero garantito "sufficiente ventilazione delle vie aeree della paziente". La morte della bambina sarebbe sopraggiunta per questo, "a seguito di un processo di ipossia-bradicardia- arresto cardiaco in asistolia".

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