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Avvocata in ospedale col bimbo, giudice non rinvia l’udienza: “Ha detto che poteva starci il padre”

La denuncia dell’avvocata Ilaria Salamandra in un post su Facebook. “Questo è il mondo che viviamo. Questi sono i soprusi a cui noi madri avvocato dobbiamo sottostare”.
A cura di Natascia Grbic
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"Mi chiamo Ilaria Salamandra, sono un'avvocato penalista di Roma e sto facendo questo video dal Bambino Gesù. Sono con mio figlio, che ha dovuto fare un day hospital per un problema che ha dalla nascita, e per il quale subisce questo ricovero almeno una volta ogni sei mesi. Ho mandato richiesta al Tribunale per il differimento dell'udienza che avevo oggi (ieri, ndr) per ovvi e legittimi motivi, eppure questa giudice non ha ritenuto di spostare l'udienza".

Comincia così l'accorato video di Ilaria Salamandra, avvocata del Foro di Roma. La donna, ricoverata all'ospedale Bambino Gesù insieme al figlio, aveva mandato richiesta di spostare l'udienza di un processo in cui avrebbe dovuto essere presente come legale. La giudice però, non ha accolto la sua richiesta. "Ha detto che il mio impedimento non è legittimo perché lo avrebbe potuto accompagnare il padre, nonostante io segua mio figlio, anche con il supporto di mio marito, sin dalla nascita".

La giudice, secondo quanto dichiarato da Salamandra, avrebbe chiesto al pubblico ministero il numero del Bambino Gesù. "affinché potessero contattarmi per avere la mia autorizzazione a sentire il teste. Per lavarsi la coscienza.Tutto questo mentre mio figlio era sotto anestesia. Questo è il mondo che viviamo. Questi sono i soprusi a cui noi madri avvocato dobbiamo sottostare. Questi sono i deliri di onnipotenza di una certa magistratura, quella fatta di donne e uomini piccoli piccoli".

Sul caso è intervenuto anche il presidente del Consiglio dell'ordine degli avvocati di Roma, Paolo Nesta. "Non è la prima volta che capita un episodio del genere nel Tribunale di Roma – ha dichiarato a la Repubblica – ricordiamo il caso di una collega cui venne negato il legittimo impedimento nel giorno della data presunta del parto. Ora questo nuovo caso, che lede non solo la dignità e il decoro della professione forense, ma la dignità stessa della donna: assurdo, in un'epoca in cui si parla di parità di genere e di cosa fare per eliminare le disparità. È un episodio intollerabile che l'Ordine di Roma stigmatizza, siamo pronti ad agire in tutte le sedi opportune".

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