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Atac e la collaborazione social con Welcome to Favelas, tra video razzisti e comunicazioni istituzionali di Roma Capitale

La pagina Welcome To Favelas, sempre più vicina alla propaganda dell’estrema destra, ha da poco ospitato a Roma l’eurodeputato di AfD Petr Bystron in un video girato alla Stazione Termini. Nonostante la natura controversa del canale, Atac continua a taggare il profilo ufficiale della pagina nelle proprie storie Instagram. “Inopportuno per un’azienda pubblica che rappresenta Roma Capitale”, commenta il consigliere PD Giovanni Zannola.
A cura di Valerio Renzi
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Il 15 ottobre scorso la Stazione Termini di Roma ha fatto da sfondo alla visita nella capitale dell’eurodeputato di Alternative für Deutschland Petr Bystron, ospite di Welcome To Favelas per parlare di remigrazione, lotta senza quartiere all’Islam e così via. La video intervista è condotta da Massimiliano Zossolo, fondatore della pagina e un passato da ultras giallorosso, ora aspirante influencer di estrema destra.

Welcome To Favelas è una pagina da oltre un milione di follower, da cui si propaga un ecosistema di gruppi Telegram e pagine minori. Nata per condividere scene di ‘degrado urbano', tra la denuncia e lo scherno, da quando il suo fondatore ha annunciato di aver incontrato dei non meglio emissari di Elon Musk in Europa per partecipare a una rete di media di contro informazione, Welcome To Favelas sempre più spesso condivide contenuti esplicitamente di propaganda di estrema destra, mentre Massimiliano Zossolo è stato anche ospite dei giovani di Fratelli d’Italia per discutere di come contrastare ‘la cultura maranza'.

Il meno che si possa dire di Welcome To Favelas è che è una pagina controversa, soprattutto per la scelta di pubblicare video di persone evidentemente fragili che abitano lo spazio pubblico non avendo altro posto dove andare, catalizzando discordi d’odio contro poveri e migranti. Ma l’evidente forza del canale è quello di riuscire a mobilitare la propria community, ricevendo in diretta video e foto anche quando si tratta di piccoli e grandi eventi di cronaca, materiale spesso ripreso dai media mainstream.

Sarà forse per questa sua capacità di penetrazione, e per l’indubbio seguito su Instagram che Atac, l’azienda del trasporto pubblico di Roma Capitale, spesso e volentieri sceglie di taggare dal suo account ufficiale Welcome To Favelas, permettendo così di ricondividere i propri contenuti. L’ultima volta è accaduto pochi giorni dopo il post con il comizio razzista e di estrema destra dell’esponente di AfD, presentato come intervista.

Un utente potrebbe giustamente sentirsi spaesato da un account che condivide comunicazioni istituzionali sul trasporto pubblico romano, e subito dopo fa propaganda per un partito di estrema destra. Ma per Atac non ci sarebbe nessuna contraddizione. Interpellato in merito l’ufficio stampa dell’azienda ha risposto così: “ATAC non ha alcun accordo di natura commerciale né di tipo preferenziale con la pagina Welcome to Favelas. I contenuti pubblicati sui nostri canali social sono pubblici e a disposizione di tutti per la diffusione”. Peccato che la scelta di taggare nelle storie la pagina di Zossolo sia una scelta deliberata, che permette tecnicamente la condivisione del contenuto. Alla richiesta di ulteriori chiarimenti l’ufficio stampa ha fatto sapere di non averne da dare.

Ma non tutti sono d’accordo in Campidoglio. Per esempio Giovanni Zannola, consigliere del Partito Democratico e presidente della Commissione Mobilità di Roma Capitale. “Parliamo della stessa pagina che ha ospitato un esponente di AfD, partito dichiarato ‘non compatibile con l’ordine democratico’. – spiega – Si tratta di un fatto inopportuno per un’azienda pubblica che rappresenta Roma Capitale e che deve mantenere in ogni sua comunicazione un profilo rispettoso del proprio ruolo istituzionale. Auspichiamo, verificandolo, che non esistano, né siano mai esistiti, accordi commerciali di alcun tipo e che in futuro non si ripetano accostamenti simili, che rischiano di compromettere l’immagine e i valori di un’istituzione pubblica”. La legittimazione della propaganda della destra globale passa anche per le informazioni di servizio sulle multe.

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