Appalti truccati e corruzione a Fiumicino, nove misure cautelati: anche imprenditori e assessori

Nove misure cautelari colpiscono la comunità di Fiumicino fra imprenditori e funzionari pubblici, iscritti al registro degli indagati per corruzione e presunte tangenti. Tra questi l'ex assessora alla Cultura, e l'assessore alle Attività Produttive. I provvedimenti sono partiti a seguito dell'inchiesta della guardia di finanza, coordinata dalla procura di Civitavecchia, su appalti relativi alle politiche sociali, culturali e produttive gestiti dal Comune di Fiumicino in cui gli inquirenti hanno riscontrato "rapporti anomali" fra imprenditori e funzionari ed esponenti politici.
Nel mirino imprenditori e politici
Dopo gli interrogatori preventivi, il giudice per le indagini preliminari ha accolto 9 delle 10 misure cautelari richieste dalla procura, che si aggiungono alle 4 già adottate a giugno. Agli arresti domiciliari sono finiti due imprenditori e il direttore artistico del comune, 4 le misure tra obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, divieti e obblighi di dimora, nei confronti di due assessori e un funzionario del Comune di Fiumicino e un operatore economico; 1 sospensione di 12 mesi dalle funzioni per un dirigente del Comune di Fiumicino, 1 divieto di 12 mesi di fare affari con le pubbliche amministrazioni per un imprenditore.
Una nuova fase di provvedimenti dopo quelli presi a partire dal 13 giugno 2025. In quell'occasione si era dimessa l'assessora alla cultura Federica Poggio, che aveva dichiarato come fosse stata "una decisione sofferta" ma "non doverosa né imposta dalla semplice iscrizione nel registro degli indagati per reati connessi al ruolo istituzionale", "presa esclusivamente per garantire a me stessa e alla mia famiglia la necessaria serenità". Poggio aveva anche aggiunto di avere piena fiducia nel lavoro della magistratura. Se la prima fase delle indagini riguardava il settore degli appalti legato alle politiche sociali, la seconda tocca la gestione degli appalti pubblici sui settori delle attività produttive e culturali.
Le indagini partite da fatture false
A far scattare le indagini è stata una verifica fiscale effettuata nei confronti di una società che, tra il 2018 e il 2023, come si legge nel comunicato della procura di Civitavecchia, avrebbe "emesso fatture attive per l'importo complessivo di 1.462.533,71 euro oltre iva pari a 314.835,48 nei confronti di diverse società e associazioni attive nei settori del sociale e dello spettacolo". Il tutto senza mai tenere alcuna contabilità né presentare la dichiarazione dei redditi. Le fatture sono poi state ritenute dalla guardi di finanza "oggettivamente inesistenti", dopo che il rappresentante legale della società ha dichiarato di aver cessato da molti anni ogni attività e ha disconosciuto le prestazioni lavorative indicate nelle fatture. Ne è seguita un'analisi dei movimenti bancari della società, che ha evidenziato, in concomitanza con il pagamento delle fatture, "immediati prelevanti in contanti e trasferimenti su conti esteri degli importi accreditati".
Una delle società cooperative coinvolte ha ricevuto 42 appalti per un importo complessivo superiore ai 4 milioni di euro. Di questi, gli inquirenti ne hanno individuati "26 assegnati mediante affidamento diretto, 8 con procedura negoziata, 5 con procedura negoziata senza pubblicazione, 2 con procedura aperta, ma di fatto riferibili a proroghe di precedenti contratti". La società in questione ha, inoltre, emesso fatture per un valore molto superiore: quasi 9 milioni e mezzo. Mancherebbero quindi "altri lavori pubblici affidati e fatturati di probabile natura illecita", come si legge nel comunicato della procura.
Gli indagati
Fra gli indagati a cui sono stati riservati gli arresti domiciliari c'è il direttore artistico, che organizzava eventi sociali, sportivi e culturali per conto del comune. Secondo gli inquirenti si sarebbe reso "protagonista di una sistematica ingerenza volta all'individuazione dell'operatore economico cui affidare di volta in volta la realizzazione dell'evento". La gara d'appalto sarebbe stata, quindi, una farsa, con il futuro vincitore deciso ancora prima della pubblicazione del bando.
Misure interdittive, invece, per l'assessore alle attività produttive. In lui la procura ha individuato "il punto di collegamento tra il Direttore Artistico e uno degli imprenditori beneficiari dell'attività collusiva", essendo in stretti rapporti con il primo e in costante contatto per quanto riguardava l'organizzazione degli eventi. Stesso provvedimento per l'ex assessore alla cultura, considerata la referente politica del direttore artistico, che si sarebbe attivata per "parcellizzare artificiosamente l'importo per l'allestimento delle luminarie natalizie e pilotandone l'affidamento illegale in favore dell'imprenditore beneficiario della collusione", come si legge nel comunicato. In questo modo non si sarebbe oltrepassato il limite sopra cui la stazione appaltante – in questo caso il comune di Fiumicino – deve ricorrere a forme di evidenza pubblica, quindi bandire delle gare d'appalto aperte e trasparenti. Sempre secondo l'accusa, poi, l'ex assessore alla cultura "aveva un peso politico considerevole in seno alla giunta ed una notevole influenza sull'apparato amministrativo che non ha esitato a spendere per ottenere provvedimenti amministrativi in favore di imprenditori compiacenti, distrarre risorse economiche dalle società municipalizzate per finalità ad esse estranee e colludere con gli esponenti della locale Pro Loco affinché fungessero da prestanome per l'assegnazione fittizia di finanziamenti".
Indagati sono anche gli imprenditori che beneficiavano degli aiuti di funzionari ed esponenti politici e che, secondo la procura, avevano creato "oligopoli imprenditoriali in cambio di visibilità amministrativa e politica". Attraverso intercettazioni e interrogatori, gli inquirenti avrebbero quindi delineato "un quadro fattuale di sistematico asservimento della funzione pubblica da parte di dirigenti, funzionari comunali e taluni esponenti politici, con l'inserimento diretto di amici imprenditori nelle strutture comunali ai quali dare le anteprime sui bandi in fase di preparazione, sollecitandone la partecipazione e concordando modalità e tempi. Corruzioni per l'esercizio della funzione e corruzioni per atti contrati ai doveri d'ufficio si sono susseguite nel tempo, sfociate anche in turbative d'asta, con lesione sia della legalità sia dell'imparzialità dell'azione amministrativa".
Il comune di Fiumicino: "Piena collaborazione"
Il comune di Fiumicino ha risposto al comunicato stampa della procura di Civitavecchia con una nota in cui si afferma che "I fatti oggetto dell’indagine assicurano da parte dell’Amministrazione un atteggiamento improntato alla massima serietà e rispetto nei confronti dell’azione giudiziaria, confermando la piena disponibilità a collaborare in ogni forma e sede". Comunica, inoltre, che il sindaco Mario Baccini sarà ascoltato nei prossimi giorni dagli inquirenti "per offrire il proprio contributo sulle vicende, nella piena collaborazione istituzionale e nella massima trasparenza, in linea con lo spirito con cui la Città di Fiumicino sta affrontando la vicenda".