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Anziana non viene soccorsa e muore incastrata al letto: condannato titolare della casa di riposo

Aveva 90 anni ed è morta incastrata nel letto della casa della casa di riposo in cui viveva: la donna ha aspettato i soccorsi per due ore, ma non ce l’ha fatta. Condannati il titolare e un operatore della struttura.
A cura di Beatrice Tominic
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Immagine di repertorio
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Nessuno ha sentito i suoi lamenti e, per due ore, nessuno è andato a soccorrerla. La donna, una novantenne ospite della casa di riposo di Poggio Moiano, in provincia di Rieti, è morta a letto, dopo essere scivolata in uno spazio vuoto fra materasso e le protezioni laterali. Non essendo autosufficiente, non è riuscita a risollevarsi: secondo quanto accertato dal medico legale, ad esserle fatale è stata un'"asfissia da compressione toracica".

A sette anni dai fatti, è arrivata la sentenza di primo grado con la condanna per concorso in omicidio colposo ad un anno e sei mesi per il titolare della casa di riposo in cui si trovava la 90enne, un cinquantaquattrenne originario della Campania e un anno e tre mesi per un romano di 45 anni. Per quest'ultimo, uno degli operatori della struttura, era stata sollecitata l'assoluzione, come riporta il Messaggero.

Le indagini dei carabinieri

Sul caso i carabinieri hanno aperto un'inchiesta. Dopo aver raccolto diverse testimonianze, i militari sono riusciti a ricostruire a quanto accaduto. Nessuno avrebbe sentito la novantenne chiedere aiuto: l'incidente si sarebbe verificato il 23 maggio del 2017, verso le 4.30 del mattina e il suo corpo, ormai senza vita, sarebbe stato scoperto soltanto alle 6.10, quasi due ore dopo. Un periodo di tempo troppo lungo che secondo il magistrato indica negligenza da parte degli imputati.

Il processo

I due imputati, fatta eccezione per un primo interrogatorio in cui hanno rilasciato dichiarazioni spontanee, non si sono mai sottoposti all'esame delle parti. Mentre per il procedimento si avvicina la prescrizione, è arrivata la pena in primo grado: oltre al periodo di reclusione, i due sono stati condannati anche al risarcimento danni, che sarà stabilito con un altro procedimento, a due familiari della novantenne, parti civili. Le motivazioni della sentenza saranno pubblicate fra 90 giorni, ma come hanno già fatto sapere dalla difesa, qualora la prescrizione non dovesse chiudere il caso, si ricorrerà in appello.

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