Ana Maria Andrei uccisa dal killer di Denisa Paun, chiuse le indagini: “Per lui giudizio immediato”

La Procura di Pistoia ha richiesto il giudizio immediato per Vasile Frumuzache, accusato del femminicidio di Ana Maria Andrei, avvenuto nel casolare dove l'uomo viveva con la famiglia a Monsummano, in Toscana. Le indagini si sono ormai concluse e, anche alla luce della confessione dell’indagato, il pubblico ministero ha deciso di procedere senza passare dall’udienza preliminare. L’ex guardia giurata è imputata di omicidio volontario, aggravato da futili e abietti motivi. Diversamente da quanto ipotizzato nel caso di Denisa Maria Paun, la Procura esclude che in questo femminicidio siano coinvolte altre persone.
Ana Maria Andrei aveva 27 anni e viveva a Montecatini Terme. Come Denisa Maria Paun lavorava come escort, e aveva incontrato Vasile Frumuzache dopo aver concordato un rapporto a pagamento. Secondo quanto emerso dalle indagini, il 32enne l'avrebbe uccisa perché lei aveva rifiutato una prestazione sessuale. Un femminicidio brutale, al quale non era seguita nessuna indagine. Nonostante la denuncia di scomparsa da parte della famiglia di Andrei, preoccupata e in preda all'angoscia in Romania, le forze dell'ordine non hanno mai cercato la 27enne, classificando il suo come allontanamento volontario. Solo dopo il ritrovamento del corpo di Paun e la successiva perquisizione a casa di Frumuzache, sono stati trovati gli effetti personali di Ana Maria Andrei, tra cui la sua auto. A quel punto il killer ha confessato di averla uccisa.
Anche Denisa Maria Paun sono state chiuse le indagini da parte della procura di Prato. La donna è stata uccisa nella sua camera d'albergo nel residence in via Ferrucci a Prato, dove era arrivata da Roma per incontrare alcuni clienti. Tra questi c'era anche Frumuzache, che dopo vari sopralluoghi per controllare non ci fosse nessuno all'esterno, ha ucciso la trentenne, portando poi via il corpo chiuso in una valigia. In un terreno incolto nei pressi della sua abitazione ha poi fatto scempio del cadavere, trovato quasi un mese dopo. Confessando il delitto, ha dichiarato di aver ucciso Paun perché lei lo aveva ricattato, chiedendogli una somma di 10mila euro per non dire nulla alla moglie. Una ricostruzione contestata dalle avvocate e dalla famiglia della ragazza, che in più di un'occasione hanno ribadito che Paun mai aveva ricattato i propri clienti.