Aggrediscono e schiaffeggiano tre sedicenni: quattro poliziotti a processo

Tre poliziotti avrebbero aggredito tre adolescenti: ad affermarlo è la Procura di Roma. Oltre a loro, sarebbe stato presente un quarto agente che avrebbe mentito agli investigatori che stavano ricostruendo quanto accaduto. Adesso sono quattro i poliziotti che rischiano il processo: come scrive il Messaggero, il pm ha già firmato una richiesto di rinvio a giudizio a loro carico. le accuse sono quelle di lesioni, abuso d'ufficio e, per il quarto agente, l'ipotesi di depistaggio. Ad incastrarli, le registrazioni riprese dalle telecamere di videosorveglianza.
Cosa è successo quella sera
I poliziotti sono arrivati davanti alla stazione della metropolitana Cornelia dopo la segnalazione, arrivata poco prima di mezzanotte, di una rissa fra persone di origine sudamericana. Una volta giunti sul posto, però, hanno trovato soltanto i tre ragazzi di sedici anni che stavano giocando con un carrello della spesa.
"Intenzionalmente cagionavano ai minori un danno ingiusto", si legge nel capo di imputazione da cui deriva la prima accusa, di abuso d'ufficio, a cui si aggiunge quella di lesioni, visto che una delle vittime ha riportato "cervicalgia, escoriazioni, contusione e distorsione del gomito e del collo, ustione da attrito", un'altra contusioni, "ferita del labbro, contusione della parte toracica".
Il racconto dei ragazzi
"Mi ha dato uno schiaffo in faccia, mi ha preso per il polso e buttato addosso al muro – ha raccontato uno dei tre sedicenni – Ha messo il mio braccio dietro la schiena e mi ha sbattuto sul cofano della loro auto". Un altro ancora sarebbe stato schiaffeggiato, il terzo strattonato.
Uno dei tre poliziotti, inoltre, avrebbe distrutto anche il telefonino di uno dei sedicenni che stava provando a chiamare i genitori: è accusato anche di danneggiamento per averlo gettato a terra e schiacciato con una scarpa.
Il poliziotto accusato di depistaggio
Con i tre aggressori, era di pattuglia anche un quarto. Ascoltato come testimone, il pm nel capo di imputazione ha affermato che "affermava il falso, negava il vero e taceva, in tutto o in parte, ciò che sapeva intorno ai fatti". Anche con la polizia giudiziaria non si sarebbe mostrato disponibile. E, interrogato sugli schiaffi, diceva di non aver visto niente.
La testimonianza
Diversamente dal quarto poliziotto, ad aiutare nella ricostruzione è stato un altro collega che, entrato in turno dopo l'una, raccontava di essere stato fermato da un'automobile all'altezza di circonvallazione Cornelia: "Si è qualificato come collega ed era agitato, mi ha chiesto di scendere dall'auto – ha spiegato l'agente – Mi ha raccontato che poco prima una volante aveva fermato e aggredito suo figlio. Ho chiesto ad altri colleghi e uno mi ha confermato l'intervento, ma mi ha detto che, dopo essere arrivati per la segnalazione di una rissa, avevano invitato i ragazzi ad andarsene, per evitare di finire nei guai. Mi ha detto che aveva tirato uno scappellotto ad uno dei ragazzini".