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Covid 19

A Tor Vergata si studiano i ‘resistenti’ del Covid: “Cerchiamo di capire perché sono immuni”

“Noi dobbiamo trovare in quale pagina di questo libro con le nostre informazioni genetiche c’è la parola che conferisce resistenza al virus. E così potremo usare questa informazione per chiudere la porta al virus, per impedire che entri. Ecco perché queste ricerche possono aprire delle strade nuove allo studio della malattia”, ha spiegato a Fanpage.it il professore Giuseppe Novelli, Università di Roma Tor Vergata.
A cura di Enrico Tata
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All'università di Tor Vergata l'ex rettore dell'ateneo romano e professore di genetica Giuseppe Novelli sta studiando i cosiddetti ‘resistenti' al virus. Persone, cioè, che sono state a stretto contatto con pazienti positivi, ma che non si sono infettate e ammalate a loro volta. Su di loro il virus Sars-CoV-2 non sembra aver avuto effetto e gli scienziati stanno cercando di capire il perché.

Il prof Novelli (Tor Vergata): "Stiamo studiando i ‘resistenti' al virus"

Ha spiegato il professor Novelli ai microfoni di Fanpage.it: "Siamo in una fase di raccolta e scambio dei dati con centri in tutto il mondo e speriamo di arrivare a una conclusione speriamo il prima possibile. Abbiamo fatto una selezione di criteri che chiamiamo di inclusione e scelto di cercare persone che sono state certamente esposte al virus". Significa che si tratta di soggetti che non sono stati a contatto con pazienti positivi per cinque o dieci minuti, ma per ore o giorni e senza particolari protezioni. Queste persone, pur avendo trascorso giornate intere con persone ammalate (per esempio mamme con i figli positivi), non sono mai diventate positive. Per questo, ha spiegato ancora Novelli, "stiamo leggendo il loro dna per cercare di capire se hanno qualcosa in comune di speciale. Questo è molto importante per scoprire poi farmaci precisi contro il virus. Diciamo che ci sono una ventina di fattori genetici scoperti in giro per il mondo, tra cui il gruppo sanguigno, che però pesa poco. Dobbiamo quindi scoprire quei fattori genetici che pesano di più".

"In altre parole – ha concluso il professore – noi dobbiamo trovare in quale pagina di questo libro con le nostre informazioni genetiche c'è la parola che conferisce resistenza al virus. E così potremo usare questa informazione per chiudere la porta al virus, per impedire che entri. Ecco perché queste ricerche possono aprire delle strade nuove allo studio della malattia. Ci sono tante persone che volontariamente, scrivono, chiamano tutti i giorni e vogliono essere studiate e sono pronte a donare il sangue. Ognuno di noi è diverso".

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