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8 marzo, manifestazione davanti al Teatro Argentina: “Simbolo di molestie e mobbing sul lavoro”

Per Non Una di Meno e per le lavoratrici dello spettacolo il teatro di Roma rappresenta un simbolo delle molestie e del mobbing in luoghi di lavoro e istituzioni. L’8 marzo la manifestazione a Largo Argentina, dopo l’inchiesta di cui si è occupata Fanpage.it.
A cura di Alessia Rabbai
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Non Una di Meno ha manifestato insieme alle lavoratrici dello spettacolo a Largo Argentina. Il luogo non è casuale ma scelto anche per la questione che riguarda i teatri di Roma, dopo l'inchiesta di Fanpage.it partita dalle denunce di molestie e mobbing. La protesta dalle 18.30 di oggi, 8 marzo, giornata internazionale contro la violenza sulle donne."Oggi è stata una giornata veramente importante, abbiamo segnato la mattinata con un corteo gigantesco, è stata una sfida enorme, una grande scommessa, che abbiamo vinto – dice un'attivista – Abbiamo scioperato e incrociato le braccia. È importante ribadire che se ci fermiamo noi si ferma il mondo. L'8 marzo non è solo una giornata ma tutti i giorni: da qua ripartiamo come siamo ripartite il 25 novembre scorso, incrociando le lotte come facciamo da anni. Il tema dell'indipendenza economica e dell'autonomia è centrale nella lotta alla violenza di genere".

"Teatro di Roma simbolo di molestie e mobbing sul lavoro"

Le lavoratrici dello spettacolo spiegano che il teatro di Roma "è il triste simbolo di quanto avviene in molte istituzioni culturali italiane e nei luoghi di lavoro. Un sistema che non siamo più disposte ad accettare. Le lavoratrici si sono sentite rispondere che le loro denunce fatte per molestie e mobbing non hanno un peso, che non conoscono i protocolli da seguire per denunciare che dunque in fondo nessuno ha la responsabilità di ciò che accade in un classico meccanismo di delegittimazione di chi denuncia".

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I lavoratori dello spettacolo hanno preso parola al fianco di Non Una di meno come lavoratrici e come donne. Gli artisti, operatori e lavoratori dello spettacolo hanno spiegato che dalla fine di gennaio sono in mobilitazione per "denunciare le condizioni di degrado delle istituzioni culturali della nostra città e del Paese". La mobilitazione anche a in seguito della nomica di Luca De Fusco come direttore generale della neonata Fondazione Teatro di Roma "ci siamo autocostituiti nella forma di un'assemblea, che riunisce vari sindacati e realtà".

"Dobbiamo sempre lottare per essere riconosciute"

Le lavoratrici dello spettacolo spiegano come di fatto per loro sia impossibile scioperare: "Come facciamo a scioperare quando siamo abituate a ringraziare per avere un ingaggio mal pagato? Quando dobbiamo fare le coreografe, le costumiste, le distributrici, le social media manager, le amministratrici, per rientrare nei budget dei bandi? Lavoriamo tutti i giorni, agli stessi orari, responsabilità delle colleghe dipendenti, ma senza ferie, malattia, straordinari e smart working.

Il lavoro culturale, specialmente nei teatri, è un lavoro femminilizzato per eccellenza e di costante esposizione. Un ambiente in cui molestie sono normalizzate, perché l'abuso è visto come parte fisiologica dello stesso processo creativo. Senza contare inoltre che dobbiamo sempre lottare per essere riconosciute".

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