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Rimini, trovato morto ai piedi di una panchina e in una pozza di sangue: aveva 27 anni

Il corpo di un senegalese di 27 anni, regolare in Italia, è stato trovato senza vita ai piedi di una panchina e in una pozza di sangue in via Coletti a Rimini. Per gli inquirenti, che lo definiscono un “bravo ragazzo”, è omicidio: “Stroncato da un forte trauma alla testa”.
A cura di Ida Artiaco
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È giallo a Rimini, dove il cadavere di un uomo è stato trovato la scorsa notte nella zona di via Coletti. Il corpo senza vita, appartenente ad un 27enne di origine senegalese ma da anni residente e regolare in Italia, è stato scoperto da alcuni passanti nella zona: era riverso ai piedi di una panchina e in una pozza di sangue intorno alle due. La sua bici, parcheggiata e chiusa con lucchetto, è stata rinvenuta poco distante dal luogo di quello che gli inquirenti stanno trattando come un omicidio colposo, insieme ad un bastone, che però al momento non presenta tracce ematiche. Stando alle prime informazioni a disposizione, la vittima sarebbe deceduta a causa di un trauma alla testa, oltre ad avere la gamba destra rotta. Ma si tratta, al momento, solo di ipotesi che sarà compito degli inquirenti confermare o meno.

Di certo, è esclusa la rapina: la vittima aveva infatti con sé ancora il portafogli, con all'interno 20 euro, e le chiavi della bicicletta. È probabile che il ragazzo, quando è stato colpito, si trovasse seduto sulla panchina col telefono in mano, prima di perdere i sensi e cadere a terra in una pozza di sangue. Si tratta, dunque, di un vero e proprio giallo. Il 27enne, originario del Senegal ma con regolare permesso di soggiorno, non ha precedenti con la giustizia, e non sembra neppure essere legato al mondo dello spaccio di droga locale. Gli investigatori che lavorano al caso lo hanno anzi definito un "bravo ragazzo", che fino a 10 giorni fa lavorava come aiuto cuoco in un noto ristorante del lungomare di Rimini. Sei mesi fa aveva anche sposato la sua fidanzata, che è rimasta in Africa e a cui inviava periodicamente i soldi che riusciva a guadagnare. Il suo sogno era quello di tornare dalla sua famiglia e ci sarebbe anche riuscito tra qualche mese se non fosse stato ucciso la scorsa notte. Continuano intanto le indagini, coordinate dal pm Paolo Gengarelli, per ricostruire l'esatta dinamica di quanto successo.

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