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Riforma Gelmini: la Corte Costituzionale boccia la norma sulle graduatorie, scoppia il caos

La Corte Costituzionale ha definito incostituzionale la norma inserita nella riforma Gelmini che sbarrava la strada agli insegnanti del sud che volevano inserirsi nelle graduatorie del nord. Si stimano circa 15 mila ricorsi all’orizzonte.
A cura di Alessio Viscardi
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scuola riforma gelmini

Illegittima la norma che impediva agli insegnanti precari chiamati come supplenti di far valere i punteggi maturati nella propria provincia per scalare le graduatorie delle altre regioni. Una norma ideata per bloccare la migrazione di professori dal sud al nord Italia, la cui bocciatura lancia nel caos le graduatorie finora compilate ed espone il Ministero dell'Istruzione a richieste di risarcimento da parte di migliaia di insegnanti. La Corte Costituzionale ha definito incostituzionale la norma inserita nella riforma Gelmini che sbarrava la strada agli insegnanti del sud che volevano inserirsi nelle graduatorie del nord. A essere cassate le regole del ministero dell'Istruzione sulle cosiddette “graduatorie di coda” che riguardano i precari della scuola che vengono chiamati a svolgere supplenze lì dove ci siano carenze di organico. Fu la Lega a spingere perché la norma fosse approvata nel 2009, in modo da favorire i professori settentrionali a fronte della forte emigrazione dal sud del personale docente. Il ministro Mariastella Gelmini, dopo aver annunciato le materia d'esame della maturità 2011 su Youtube deve ora mettere una toppa prima che si scateni una pioggia di ricorsi contro il ministero.

“Disposizioni urgenti per garantire la continuità del servizio scolastico ed educativo per l'anno 2009-2010” il titolo del decreto che in sede di conversione in legge venne modificato con l'aggiunta di un comma che blindava le graduatorie delle province, rendendo molto difficile ai professori extra-provinciali di piazzarsi con buoni punteggi al di fuori della propria città di nascita. Questo sistema favoriva le regioni padane, le supplenze e l'immissione in ruolo con punteggi minimi agli insegnanti del nord Italia. Il punteggio ottenuto nella propria provincia di origine non poteva essere usato nelle altre.

Violazione dell'articolo 3 della Costituzione, secondo cui tutti i cittadini sono uguali, “perché in modo irragionevole e in violazione del principio di uguaglianza, prevede una diversa disciplina a seconda del momento in cui il docente chiede il trasferimento da una graduatoria provinciale ad un'altra”, così si pronunciavano i giudici del Tar del Lazio, che impugnavano la norma davanti alla Corte Costituzionale. Si prevedono già gli effetti politici e economici della bocciatura, soprattutto a causa delle migliaia di richieste di risarcimento che i docenti discriminati negli ultimi anni avanzeranno a danno del Ministero dell'Istruzione. Si stimano circa 15 mila ricorsi all'orizzonte.

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