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Ricercatori scoprono che antitumorale funziona a bassi dosaggi: casa farmaceutica triplica il prezzo

Negli USA un team di oncologi ha scoperto che un farmaco antitumorale funziona anche a dosaggi più bassi: la casa produttrice ne ha triplicato il costo per i pazienti.
A cura di Davide Falcioni
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Un team di oncologi statunitensi è riuscito a dimostrare, prove alla mano, che un farmaco antitumorale estremamente costoso era efficace anche a dosi più basse: di contro la casa farmaceutica detentrice del brevetto del medicinale ha triplicato il prezzo delle formulazioni con meno principio attivo, vanificando i possibili benefici economici che i malati avrebbero potuto ottenere. La vicenda, in un momento in cui i prezzi dei medicinali di nuova generazione sono oggetto numerose polemiche negli Stati Uniti, è stata descritta su Cancer Letters e riportata dal Washington Post.

In particolare il farmaco è l'Ibrutinib, un prodotto che si assume per via orale e che cura una serie di tumori del sangue, fra cui la leucemia linfocitica cronica, che normalmente viene fornito in singola pillola da 140 milligrammi, con alcuni malati che a causa delle loro patologie sono costretti ad asssumerne anche tre al giorno, per un costo annuo del trattamento di 148mila dollari. I primi a dimostrare con un piccolo studio che i dosaggi più bassi sono efficaci sono stati gli scienziati dell'MD Anderson Cancer Center di Houston, che hanno pubblicato i dati lo scorso anno sulla rivista Blood. Il consorzio no profit Value in Cancer Care Consortium stava per condurre test su un numero di pazienti più alto quando è arrivata la notizia che Janssen e Pharmacyclics, le aziende distributrici, hanno deciso di eliminare la pillola da 140 milligrammi dal mercato per sostituirla con quattro formulazioni diverse, tutte però allo stesso prezzo. "Questo ci ha fatto arrabbiare – dichiara al Post Mark J. Ratain dell'università di Chicago, membro del consorzio, che in realtà usa un'espressione più ‘colorita' – stavamo discutendo di protocolli e finanziamenti del test quando è arrivata questa notizia". Le aziende si sono difese in una nota affermando che il nuovo regime è allo studio dal 2015, e che farebbe risparmiare i pazienti con dosaggi più alti.

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