1.417 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Riace, il nuovo sindaco leghista non poteva essere eletto: aveva un contratto con il Comune

Antonio Trifoli, nuovo sindaco di Riace appoggiato dalla Lega, non poteva essere eletto. Il successore di Mimmo Lucano era sotto contratto a tempo determinato con il Comune come ispettore per la sicurezza. Secondo il Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali questa procedura è da considerarsi fuori legge.
A cura di Tommaso Coluzzi
1.417 CONDIVISIONI
Immagine

Il nuovo sindaco di Riace non poteva essere eletto. Dopo essere diventata simbolo di accoglienza e integrazione sotto l'amministrazione di Mimmo Lucano, la cittadina in provincia di Reggio Calabria torna a far parlare di se. Antonio Trifoli è stato eletto sindaco di Riace lo scorso 26 maggio, la sua vittoria aveva fatto molto rumore perché a capo di una lista civica appoggiata dalla Lega, tanto da essere menzionato da Matteo Salvini nel suo discorso post elettorale. A un mese di distanza dall'esultanza per la conquista del borgo calabrese con un'idea politica opposta rispetto a quella di Mimmo Lucano, si è scoperto che Trifoli non poteva essere eletto. Infatti l'attuale primo cittadino aveva un contratto a tempo determinato con il Comune come ispettore per la sicurezza. Con questa carica in corso non poteva né candidarsi, né tantomeno essere eletto.

Il Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, decreto legislativo 267 del 18 agosto 2000, esprime chiaramente questa impossibilità all'articolo 60, che tratta l'ineleggibilità dei candidati:

1. Non sono eleggibili a sindaco, presidente della provincia, consigliere comunale, provinciale e circoscrizionale:
1) il Capo della Polizia, i vice capi della polizia, gli ispettori generali di pubblica sicurezza che prestano servizio presso il Ministero dell'interno, i dipendenti civili dello Stato che svolgano le funzioni di direttore generale o equiparate o superiori ed i capi di gabinetto dei ministri;
2) nel territorio, nel quale esercitano le loro funzioni, i Commissari di Governo, i prefetti della Repubblica, i vice prefetti ed i funzionari di pubblica sicurezza;
3) nel territorio, nel quale esercitano il comando, gli ufficiali generali, gli ammiragli e gli ufficiali superiori delle Forze armate dello Stato;
4) nel territorio, nel quale esercitano il loro ufficio, gli ecclesiastici ed i ministri di culto, che hanno giurisdizione e cura di anime e coloro che ne fanno ordinariamente le veci;
5) i titolari di organi individuali ed i componenti di organi collegiali che esercitano poteri di controllo istituzionale sull'amministrazione del comune o della provincia nonché i dipendenti che dirigono o coordinano i rispettivi uffici;
6) nel territorio, nel quale esercitano le loro funzioni, i magistrati addetti alle corti di appello, ai tribunali, ai tribunali amministrativi regionali, nonché i giudici di pace;
7) i dipendenti del comune e della provincia per i rispettivi consigli;
8) il direttore generale, il direttore amministrativo e il direttore sanitario delle aziende sanitarie locali ed ospedaliere;
9) i legali rappresentanti ed i dirigenti delle strutture convenzionate per i consigli del comune il cui territorio coincide con il territorio dell'azienda sanitaria locale o ospedaliera con cui sono convenzionati o lo ricomprende, ovvero dei comuni che concorrono a costituire l'azienda sanitaria locale o ospedaliera con cui sono convenzionate;
10) i legali rappresentanti ed i dirigenti delle societa' per azioni con capitale maggioritario rispettivamente del comune o della provincia;
11) gli amministratori ed i dipendenti con funzioni di rappresentanza o con poteri di organizzazione o coordinamento del personale di istituto, consorzio o azienda dipendente rispettivamente dal comune o dalla provincia;
12) i sindaci, presidenti di provincia, consiglieri comunali, provinciali o circoscrizionali in carica, rispettivamente in altro comune, provincia o circoscrizione.

La legge è chiara: i dipendenti di un ente locale non possono candidarsi per l'amministrazione per cui lavorano, a meno che non vadano in aspettativa non retribuita. Ma in questo caso devono avere un contratto a tempo indeterminato, non come nel caso di Antonio Trifoli. Il 26 aprile, nel giorno in cui ha presentato la sua lista, il successore di Mimmo Lucano ha chiesto e ottenuto una pausa non retribuita dal lavoro. La giunta precedente ha concesso il permesso e il 30 maggio Trifoli, diventato sindaco, si è auto assegnato un'aspettativa non retribuita fino a fine mandato. Ma questa procedura è fuori legge.

1.417 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views