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Ultime notizie su Sara Pedri, ginecologa scomparsa a Trento

Scomparsa Sara Pedri, la sorella: “Non poteva essere salvata da nessuno in reparto, Tateo sapeva tutto”

La sorella di Sara Pedri, la ginecologa trentenne scomparsa nel 2021 a Trento: “Si è spenta in tre mesi nell’omertà generale. Non poteva essere salvata da nessuno lì dentro. Tateo? Le sue dichiarazioni studiate a tavolino con i due legali, c’è delirio di onnipotenza”.
A cura di Ida Artiaco
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Sara Pedri
Sara Pedri

"Mia sorella si è spenta in tre mesi nell’omertà generale. Non poteva essere salvata da nessuno lì dentro, dove era tutto normale, una gara alla sopravvivenza tra donne che vivevano lo stesso calvario di Sara".

A parlare è Emanuela, la sorella di Sara Pedri, la ginecologa originaria di Forlì scomparsa dal marzo del 2021 in Val di Non, dove si trovava per lavoro. Da allora di lei non si hanno più notizie. La donna, in una intervista al Corriere della Sera, ha commentato le dichiarazioni rese venerdì scorso dall'ex direttore dell’unità operativa di ostetricia e ginecologia dell'ospedale Santa Chiara di Trento, Saverio Tateo, accusato, insieme alla sua vice Liliana Mereu, di maltrattamenti nell’ambito dell’inchiesta della Procura aperta dopo la sparizione di Sara.

Sara Pedri e la sorella Emanuela
Sara Pedri e la sorella Emanuela

"Lacrime finte, dichiarazioni studiate a tavolino con i due legali. Nelle parole di Tateo vedo delirio di onnipotenza: conosceva benissimo il disagio di mia sorella", ha detto Emanuela, aggiungendo: "Da medico capiva cosa stava accadendo. Sara era genuina, autentica, quindi più esposta e attaccabile da parte di persone dispotiche con il potere di farlo. E non era la prima a crollare nel reparto". Altre 21 donne si sono poi costituite parte offesa.

Sara, secondo la sorella, soffriva di "stress da lavoro. Poi si è accorta di non essere nei turni delle settimane successive: temendo di essere licenziata, ha chiamato Tateo. Ho assistito alla telefonata: la sentivo sussurrare, fragile. È stata la sua condanna. Si incolpava per quello che subiva: Hanno ragione, non so fare niente, non sono adeguata".

Il riferimento è una telefonata che la 32enne fece all'ex primario da Forlì quando si era presa un periodo di malattia. Solo allora il medico si sarebbe reso conto del malessere della giovane ginecologa.

Sara Pedri
Sara Pedri

Tateo proseguirà con le sue dichiarazioni nella prossima udienza di fine aprile, in quella sede è previsto il contro esame delle parti civili e della Procura. La sentenza non arriverà prima di fine anno.

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