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Renzi crea il dipartimento “mamme” nel Pd. Scoppia la polemica: “È sessista”

Per i nuovi dipartimenti che coadiuveranno le attività della segreteria del Pd, Renzi ha scelto 20 uomini e 20 donne, in un’ottica di parità. Ma le polemiche si accendono lo stesso, attorno alla creazione di un dipartimento ad hoc per la maternità.
A cura di Annalisa Cangemi
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Nella riorganizzazione del Pd l'ultima trovata di Renzi è il "dipartimento mamme". Sarà Titti Di Salvo il capo del dipartimento, vicepresidente gruppo Pd alla Camera. Ma non è l'unica novità del restyling che il segretario ha imposto alla sua macchina. Sono 40 in tutto, 20 donne e 20 uomini, i nuovi responsabili di dipartimento che affiancheranno il segretario e la segreteria nei prossimi mesi. Come recita una nota del Nazareno i nuovi incarichi serviranno ad "affrontare al meglio le sfide". La prima riunione dell'esecutivo è prevista per il prossimo mercoledì.

La scelta più discussa è stata quella della creazione del dipartimento mamme, considerato da molti un'idea obsoleta, tacciata anche di comunicare una concezione anacronistica del ruolo della donna, associato esplicitamente a quello di mamma. La nomina è stata contestata da Aurelio Mancuso, componente dell'Assemblea nazionale del Pd.

Non la pensa così Titti di Salvo, che si è sempre autodefinita una "femminista", e che sul suo blog sull'Huffington Post, sostiene che un partito debba affrontare il problema, creando le condizioni affinché le donne possano decidere sulla loro genitorialità, e non subire invece il contesto socio economico, che finisce poi per decidere al posto loro. Commenta così l'istituzione del dipartimento: "Al contrario io ho sempre pensato che un paese moderno, per donne e uomini, fosse quello in cui la maternità è una libera scelta: non un destino obbligato né un desiderio negato. Non l'ostacolo principale per trovare un lavoro, per continuare a lavorare dopo la nascita di un bambino o per affermarsi in quel lavoro. Non un lusso". 

Tra le altre donne nominate ci sono: al dipartimento Cultura andrà Anna Ascani; Simona Bonafè a capo dell'economia circolare; Loredana Capone al turismo ; Stefania Covello, al dipartimento mezzogiorno; Silvia Fregolent, Pari Opportunità; Maria Chiara Gadda, Lotta contro lo spreco alimentare; Anna Grassellino, Italiani all'estero; Chiara Gribaudo, Lavoro; Simona Malpezzi, Scuola; Elisa Mariano, Commercio; Emma Petitti, Pubblica Amministrazione; Stefania Pezzopane, Ricostruzione Terremoto; Pina Picierno, Fondi Europei; Giuditta Pini, feste dell'Unità; Patrizia Prestipino, Difesa Animali; Alessia Rotta, circoli; Daniela Sbrollini, Sport; Patrizia Torricelli, editoria; Sandra Zampa, minori;

Ecco invece gli Uomini: Giuseppe Antoci, Legalità; Gianluca Beneamati, Energia; Matteo Biffoni, Immigrazione; Sergio Boccadutri, Innovazione; Ciro Bonajuto, Giustizia; Ernesto Carbone, Sviluppo economico; Roberto Cociancich, Cooperazione internazionale; Andrea De Maria, formazione; Giovanni Epifani, agricoltura; Andrea Ferrazzi, Urbanistica; Emanuele Fiano, Sicurezza; Federico Gelli, Sanità; Federico Ginato, Piccole Medie Imprese; Giovanni Lattanzi, Welfare; Salvatore Margiotta, Infrastrutture; Stefano Mazzetti, Ambiente; Luciano Nobili, città metropolitane; Mattia Palazzi, Rigenerazione urbana; Francesco Verducci, Università e ricerca; Walter Verini, partito aperto.

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