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Reddito di cittadinanza, Di Maio: “Parte a fine marzo, nessun ritardo”. Ma Conte frena

Il vicepremier Luigi Di Maio ha ribadito che non ci saranno ritardi su quota 100 e reddito di cittadinanza: “A fine marzo partirà il reddito, con sgravio contributivo pari al reddito e quota 100 che partirà tra febbraio e marzo. Conte questa mattina proprio sui tempi si era mostrato più cauto: “Servono i tempi tecnici, finché un provvedimento non è stato scritto può cambiare”.
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A cura di Annalisa Cangemi
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Per il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio non ci sarebbe nessun rallentamento sulla tabella di marcia del governo a proposito delle principali misure dell'esecutivo giallo-verde, cioè riforma delle pensioni e reddito di cittadinanza: "Penso di essere ancora contento dei risultati di quella sera: quota 100 per superare la Fornero, reddito di cittadinanza e pensione di cittadinanza, che partirà a febbraio. A fine marzo partirà il reddito, con sgravio contributivo pari al reddito e quota 100 che partirà tra febbraio e marzo. Per quello abbiamo gioito e lo farei ancora, quelle misure sono ancora nella legge di bilancio", dice il vicepremier in un forum all'Ansa, commentando la foto dal balcone di Palazzo Chigi, che ha sollevato non poche polemiche.

Anche Matteo Salvini è convinto che non ci saranno rallentamenti: "Il mio obiettivo è che quota 100 per le pensioni il reddito di cittadinanza entrino in vigore all'inizio dell'anno" – ha detto il ministro degli Interni a margine di un'audizione al Comitato Schengen – "I tecnici stanno lavorando, i politici hanno il dovere di mantenere gli impegni presi con milioni di italiani".

Ma il presidente del Consiglio Conte, in un colloquio pubblicato oggi su Il Fatto Quotidiano e Repubblica, mostra delle perplessità a chi gli fa notare che per quanto riguarda il reddito di cittadinanza era stata data per certa la partenza per il 30 marzo: "Se ci avete chiesto cinque mesi fa quando sarebbe partito il reddito di cittadinanza quella era di certo una previsione". Ma ora, con le trattative sulla manovra, in corso in questi giorni con Bruxelles, per evitare la procedura d'infrazione ai danni dell'Italia, qualcosa potrebbe essere cambiato: "Adesso, se posso recuperare le risorse, rimodulare il saldo finale e cambiar qualcosa, non vuol dire tornare indietro, Le riforme le farò ugualmente".

Poi da Palazzo Chigi arriva la smentita: "Non è previsto alcun ritardo delle riforme. Conte ha parlato di "tempi tecnici" e ha anche aggiunto "abbiamo fretta, le persone non possono aspettare"‘, recita la nota.

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