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Procuratore antimafia: “Terrorismo e criminalità organizzata alleati nei traffici”

Il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti mette in guardia dal credere che la mafia possa essere un deterrente per i terroristi islamici in italia: “Da sempre mafie e terroristi sono alleati negli affari criminali”
A cura di Antonio Palma
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"In Italia pensiamo di correre pericoli inferiori ai francesi e ai belgi. Probabilmente è vero: la comunità musulmana nel nostro paese è diversa, le seconde generazioni qui sono ancora adolescenti. Ma se non interveniamo subito, tra cinque-dieci anni ci troveremo nella stessa situazione di Bruxelles o delle banlieue parigine", a lanciare l'allarme è il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Franco Roberti, invitando ad agire immediatamente contro il pericolo di radicalizzazione islamica dei più giovani. "Già oggi la minaccia crescente sono i giovani che dall'Italia vogliono andare a combattere in Siria, superiore al numero che conosciamo. Un fenomeno che stiamo cercando di fermare", ha raccontato Roberti a Repubblica, sottolineando  che il rischio maggiore arriva proprio dalle carceri minorili, dove ad oggi metà dei reclusi sono di fede islamica, principale terreno di propaganda per i fondamentalisti .

L'idea che la mafia e le altre organizzazione criminali italiane possano rappresentare un ostacolo per i  terroristi islamici nel nostro Paese secondo Roberti è quanto di più lontano dalla realtà. Per il Procuratore antimafia, al contrario, sempre più elementi fanno capire come mafiosi e terroristi in molte occasioni si alleano, soprattutto per finanziarsi attraverso attività illecite. "Da sempre mafie e terroristi fanno lo stesso gioco. Ci sono tanti elementi del passato e del presente che ci indicano come mafia e terrorismo siano in affari. L'autofinanziamento jihadista avviene prevalentemente con il traffico di stupefacenti, gestito insieme alla criminalità organizzata" ha ricordato ancora Roberti. "Nell'ultimo anno poi sono state sequestrate tonnellate di droga su navi lungo la rotta Casablanca-Tobruk e che erano sicuramente gestite da soggetti legati allo Stato Islamico. L'Is è un punto di svolta, perché incarna l'intreccio tra terrorismo e criminalità: è una realtà mafiosa che sfrutta il controllo del territorio per attività di imprenditoria criminale come il traffico di droga, il contrabbando di petrolio e di reperti archeologici, i sequestri di persona" ha sottolineato il numero uno della dna.

Un altro grande traffico comune tra organizzazioni mafiose e islamisti sono gli immigrati clandestini. "Anche su questo fronte bisogna rispondere garantendo diritti: abolire il reato di immigrazione clandestina, ridurre le attese per le domande d'asilo, combattere lo sfruttamento dei lavoratori extracomunitari" propone Roberti. La svolta per il contrasto a queste attività dovrebbe arrivare dalla lotta al riciclaggio ad esempio colpendo i "santuari finanziari del narcotraffico", ma soprattutto dallo scambio di informazioni a livello europeo. "Noi abbiamo una cultura del coordinamento che dobbiamo a Giovanni Falcone. Adesso la circolazione tempestiva e completa delle notizie deve avvenire a livello europeo, superando le gelosie nazionali e le burocrazie degli apparati Ue", ha concluso Roberti.

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