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Potenza, abusata in casa da nonno e padre dall’età di 7 anni: l’orrore scoperto 9 anni dopo

L’agghiacciante storia di abusi su minore che arriva dalla provincia di Potenza, in Basilicata, dove nei giorni scorsi i due uomini, rispettivamente di 78 e 47 anni, sono stati rinviati a giudizio. Le violenze nel corso degli anni sarebbero diventate via via sempre più terribili fino ai rapporti completi pretesi dal genitore durante l’adolescenza della figlia.
A cura di Antonio Palma
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Fin dalla tenerissima età e per lunghi anni sarebbe stata abusata sessualmente nel luogo dove doveva essere al sicuro, in casa, e dai due uomini che le erano più vicino e che avrebbero dovuto proteggerla e difenderla: il nonno e il padre. È l'agghiacciante storia di abusi su minore che arriva dalla provincia di Potenza, in Basilicata, dove nei giorni scorsi i due uomini, rispettivamente di 78 e 47 anni, sono stati rinviati a giudizio dal giudice per le udienze preliminari di Lagonegro, Mariano Sorrentino, per il reato di atti sessuali aggravati. La terribile vicenda era emersa alla fine dell'anno scorso quando, dopo oltre nove anni di abusi subiti in silenzio tra le pareti dell'abitazione, la ragazzina vittima delle violenze ha trovato finalmente il coraggio di denunciare confidandosi con la madre che era all'oscuro di tutto.

Con l'aiuto della stessa mamma, la ragazzina, ancora minorenne, ha denunciato quindi nonno e padre facendo scattare l'inchiesta della Procura di Lagonegro che in poco tempo ha portato all'arresto dei due uomini, finiti ai domiciliari. Secondo la ricostruzione dei magistrati in base ai racconti della ragazzina, le violenze sarebbero iniziate quando aveva appena 7 anni con palpeggiamenti nelle parti intime sia in casa sua sia in quella del nonno. Le violenze poi, nel corso degli anni, sarebbero diventate via via sempre più terribili fino ai rapporti completi pretesi dal genitore durante l'adolescenza della ragazzina. In quel periodo infatti il 47enne si era separato dalla moglie madre della piccola e poteva quindi disporre di una propria casa in un paesino poco lontano dove si era trasferito. Qui infatti, quando la minore veniva affidata al papà, si sarebbero consumati gli stupri peggiori con una frequenza di almeno tre volte al mese negli ultimi quattro anni. In trappola in quell'orrore quotidiano, la ragazzina non ha potuto reagire in alcun modo fino a quando, in vista della maggiore età, ha capito che se ne sarebbe liberata solo denunciando.

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