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Villone: “Serve governo sorretto da fiducia parlamentare, ma le commissioni possono già lavorare”

Ai nostri microfoni Massimo Villone, costituzionalista ed ex parlamentare: “Non esiste un Paese senza governo, ma ora il problema è politico più che tecnico”. E sulle Commissioni: “La Costituzione prescrive solo la corrispondenza alla composizione dei gruppi, possono lavorare”.
A cura di Redazione
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Nel mezzo di una delle più complesse crisi politico – istituzionali degli ultimi anni, il dibattito è animato da considerazioni di carattere "tecnico" sui limiti del Governo Monti, sulla possibilità che le Commissioni parlamentari comincino a lavorare in modo organico, sulla scelta di Giorgio Napolitano di affidarsi ai saggi, sulla questione della legge elettorale e sul più generale processo di revisione delle spese della politica. Ne abbiamo parlato con Massimo Villone, ex parlamentare, editorialista e costituzionalista di spessore, il quale ha chiarito alcuni concetti e ha disegnato gli sviluppi futuri di una crisi dalla quale non si esce se non risolvendo problemi di "ordine politico".

IL GOVERNO – "Il Governo Monti incontra il limite degli affari correnti, secondo il concetto condiviso. Ma si tratta di un limite elastico, che comprende anche le urgenze: è un esecutivo operativo, del resto nessun Paese può rimanere senza Governo. Tecnicamente non ci sono nemmeno limiti temporali, però è ovvio che si tratti di una situazione intrinsecamente temporanea".

IL RUOLO DEL PARLAMENTO – "Si è determinata nell'arco  degli anni una sorta di pensiero unico per cui il nostro governo è debole e va rafforzato. Ma la debolezza non sta nel rapporto con il Parlamento e nella colleggialità del Consiglio dei ministri, bensì in vicende strutturali di maggiore portata: nel rapporto con l'Europa che ha assorbito una parte delle scelte di Governo, in quello con le Regioni e con le Autorità indipendenti".

I SAGGI – "Bisogna interrogarsi se questa scelta sia stata saggia. E qualcuno ha dimostrato di non essere poi così saggio. Da loro non arriverà nulla di nuovo"

LEGGE ELETTORALE – "Le regole non sanano la fragilità politica di un Paese. Noi abbiamo un sistema frammentato in 3 blocchi della medesima forza: non c'è nessun sistema elettorale che può riparare questa situazione. Non è positivo nemmeno che 80mila voti in più si traducano in 200 seggi di vantaggio e non è accettabile un Governo che abbia "contro" il 75% del Paese. La legge elettorale è una schifezza, punto. Ma cambiandola non saneremo un problema che è politico"

TORNARE AL VOTO? – "Se si eleggesse rapidamente il nuovo Capo dello Stato, se Napolitano si dimettesse subito dopo, se il nuovo Presidente sciogliesse le Camere, si potrebbe votare prima dell'estate. Altrimenti se ne riparlerebbe ad ottobre. Personalmente credo che prima si voti e meglio è".

COMMISSIONI PARLAMENTARI – "La Costituzione non prescrive che ci sia una maggioranza e una opposizione, ma si limita a prescrivere la corrispondenza fra la composizione delle Commissioni e quella dei gruppi parlamentari. Questo è il dettato non superabile"

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