Venezia, chiesto il rinvio a giudizio per il sindaco Luigi Brugnaro: che cosa rischia

La Procura di Venezia chiede il rinvio a giudizio per il sindaco Luigi Brugnaro, indagato per corruzione insieme ad altre 34 persone nell'inchiesta denominata ‘Palude'. I pm hanno formulato la richiesta al gip, confermando l'impianto accusatorio iniziale, che coinvolge il sindaco, accusato di corruzione, il direttore generale e il vicecapo di gabinetto di Ca' Farsetti, Morris Cerron e Derek Donadini, e l'ex assessore Renato Boraso.
Lo scorso luglio le indagini avevano portato all'arresto di Boraso, indagato per reati contro la pubblica amministrazione, e alla perquisizione della sua abitazione. L'inchiesta vede coinvolto il magnate di Singapore Ching Chiat Kwong (anch'egli indagato per corruzione) e ha a che fare con le trattative legate alla vendita, mai portata a termine, dell'area "dei Pili" ai margini della laguna di Venezia. La zona, fortemente inquinata, era stata acquistata al demanio da Brugnaro prima del suo ingresso in politica per 5 milioni di euro e intestata alla società "Porta di Venezia", poi confluita in un "blind trust" nel 2017. L'area sarebbe stata offerta al prezzo di un centinaio di milioni di euro per sviluppare un progetto edilizio, con la promessa di cambio di destinazione, che avrebbe incluso tra le altre cose un palazzetto dello sport per la Reyer Basket, anch'essa di Brugnaro.
Sempre nella trattativa rientra anche la vendita al magnate di Palazzo Papadopoli a un prezzo più basso del valore stimato. Quest'ultimo, si aggirerebbe attorno ai 14 milioni ma sarebbe stato abbassato a 10,8 milioni. L'accusa dei pm è che l'assessore Boraso avrebbe preso una tangente da 73mila euro in cambio di una ‘consulenza'. Altri capi d'imputazione riguardano operazioni urbanistiche in favore di imprenditori veneziani, progetti edilizi e parcheggi a ridosso dell'aeroporto, contratti per manutenzione di uffici delle municipalizzate e software usato dal Comune.
Ora il sindaco rischia di andare a processo. A breve verrà calendarizzata l'udienza davanti al Gup del tribunale di Venezia. Intanto, il prossimo appuntamento è al 16 maggio, quando davanti alla giudice Carlotta Franceschetti si terrà l'udienza preliminare relativa alla richiesta di patteggiamento per 12 capi di corruzione formulata da Boraso e altri tre imprenditori. Per questo filone di indagine, l'ex assessore ha raggiunto un accordo sulla pena (3 anni e 10 mesi di reclusione) in cambio della restituzione di 400mila euro. Gli imprenditori sono Daniele Brichese, per 3 anni e 10 mesi con 7mila euro di confisca, Francesco Gislon, 2 anni e sei mesi e una confisca da 45mila euro e Fabrizio Ormenese, 2 anni e 9 mesi.