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Variante Delta, Gimbe: “Oltre 5 milioni e mezzo di over 60 senza vaccino rischiano malattia grave”

“Occorre sia mettere in campo strategie di chiamata attiva per gli over 60 che non si sono ancora prenotati, sia accelerare la somministrazione delle seconde dosi”: lo afferma il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta, presentando i dati del nuovo monitoraggio della fondazione, che evidenziano come ci siano ancora 5,75 milioni di over 60 che non hanno ancora una copertura vaccinale adeguata e che risultano particolarmente a rischio con la diffusione della variante Delta.
A cura di Annalisa Girardi
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Sono passati sei mesi dall'inizio della campagna vaccinale nel nostro Paese e in questo periodo sono emersi diversi limiti, dalle forniture di dosi inferiori a quelle previste alle consegne irregolari, dal continuo cambio di regole e indicazioni alla comunicazione istituzionale inadeguata. E ora, con la variante Delta che continua a diffondersi, è una corsa contro il tempo per raggiungere oltre 5,7 milioni di over 60 che non hanno ancora una copertura adeguata. È l'allarme che lancia la fondazione Gimbe nel suo monitoraggio settimanale. Iniziamo quindi a vedere un po' di dati.

Nella settimana tra il 30 giugno e il 6 luglio, rispetto a quella precedente, si è registrato un nuovo calo di nuovi contagi, così come è diminuita la pressione negli ospedali. Nello specifico:

  • Decessi: 162 (-26,4%)
  • Terapia intensiva: -83 (-30,7%)
  • Ricoverati con sintomi: -405 (-24,2%)
  • Isolamento domiciliare: -9.757 (-19,2%)
  • Nuovi casi: 5.571 (+5%)
  • Casi attualmente positivi: -10.245 (-19,4%)
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Perché i nuovi casi sono sottostimati

"Sul fronte dei nuovi casi settimanali dopo 15 settimane consecutive di discesa si rileva un incremento del 5% rispetto alla settimana precedente. Anche l’attività di testing, dopo 7 settimane di calo, registra un aumento del 15,5%, continuando tuttavia ad attestarsi su numeri troppo bassi, con conseguente sottostima dei nuovi casi e insufficiente tracciamento dei contatti", commenta Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe. Da inizio maggio, infatti, il numero di persone testate è diminuito di oltre il 60%.

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Per quanto riguarda i nuovi contagi in 11 Regioni si registra un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente, un'inversione di tendenza rispetto alle restanti 10 Regioni che si confermano in calo. I decessi, infine, continuano a diminuire: ne sono stati registrati 162 negli ultimi sette giorni con una media giornaliera di 23, rispetto ai 31 della settimana precedente.

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"Il trend di pazienti ospedalizzati prosegue la sua discesa sia in area medica che in terapia intensiva, dove l’occupazione di posti letto da parte dei pazienti COVID si attesta al 2%. Tutte le Regioni registrano valori inferiori al 10% e sono 8 le Regioni che non contano pazienti COVID ricoverati in area critica", spiega Renata Gili, responsabile di ricerca sui servizi sanitari della fondazione. Dal picco dello scorso 6 aprile i posti letto in area medica occupati da pazienti Covid sono scesi del 95,7%, mentre per le terapie intensive (sul picco del 28 marzo) il calo è stato del 94,2%. "Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva sono in calo da oltre 3 mesi e la media mobile a 7 giorni è di 5 ingressi/die", aggiunge Marco Mosti, direttore operativo a Gimbe.

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Come sta andando la campagna vaccinale

Per quanto riguarda l'andamento della campagna vaccinale, Gimbe sottolinea che al 7 luglio risultano consegnate al nostro Paese 60.989.653 dosi, cioè l'80% di quelle previste per il primo semestre dell'anno.

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"Rispetto alle forniture stimate nel Piano vaccinale nel secondo trimestre sono state consegnate 15.234.673 dosi in meno rispetto al previsto, sia per la mancata autorizzazione di CureVac (48% delle dosi mancanti), sia per le consegne inferiori all’atteso da parte di AstraZeneca (-2.383.205 dosi, 15,6% del totale) e Johnson & Johnson (-5.052.685 dosi, 33,2% del totale)", spiega Cartabellotta. Per il terzo trimestre del 2021, quindi, sulla carta dovremmo disporre di 45.496.439 dosi di vaccini a mRna, 41.950.684 a vettore adenovirale e 6.640.000 di CureVac, che però non avendo superato con successo i test clinici dovrebbero essere eliminate nel prossimo aggiornamento del piano sulle forniture.

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Per quanto riguarda le somministrazioni, sempre secondo l'aggiornamento del 7 luglio, il 59,6% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino, mentre ad aver completato il ciclo vaccinale è il 36,4%. Nell'ultima settimana è stata registrata una nuova flessione delle somministrazioni, che scendono del 4,1%. La media mobile a sette giorni è di 524.202 somministrazioni al giorno.

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Questo rallentamento è imputabile sicuramente all'incertezza delle dosi in arrivo, ma anche alla diffidenza nei confronti dei vaccini da parte della popolazione. Ci sono ancora 6 milioni di dosi già consegnate alle Regioni in attesa di essere somministrate: si tratta di 2.095.382 di Pfizer/BioNTech, 600.970 di Moderna,
2.365.462 di AstraZeneca, 1.000.007 di Johnson & Johnson."Va inoltre rilevato come la percentuale di prime dosi sul totale delle dosi somministrate sia in riduzione da 3 settimane consecutive con un valore che dal 74% della settimana 7-13 giugno è sceso al 38% della settimana 28 giugno-4 luglio, con un calo del 49% in 3 settimane", prosegue Mosti.

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Quanti over 60 mancano ancora all'appello

L'87,2% degli over 60, la categoria più a rischio di sviluppare la malattia in forma grave, ha ricevuto almeno una dose di vaccino, anche se permangono differenze regionali: Puglia, Umbria e Lazio hanno superato il 90%, mentre la Sicilia è ferma al 77,4%.

  • Over 80: 4.042.314 (90,2%) hanno completato il ciclo vaccinale e 171.852 (3,8%) hanno ricevuto solo la prima dose
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  • Fascia 70-79 anni: 4.006.932 (67,2%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.246.957 (20,9%) hanno ricevuto solo la prima dose
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  • Fascia 60-69 anni: 4.084.858 (54,9%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.043.083 (27,5%) hanno ricevuto solo la prima dose
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L'incognita della variante Delta

Vaccinare subito chi rimane potenzialmente ancora a rischio è fondamentale in questa fase, quando abbiamo la variante Delta che continua a diffondersi sempre più. Secondo l'indagine rapida condotta dall'Istituto superiore di sanità, ora questa ha una prevalenza al 22,7% nel nostro Paese. Gili sottolinea come il tallone d'Achille per il nostro Paese in questo momento siano gli oltre 5,75 milioni di over 60 che non dispongono ancora di una copertura vaccinale completa.

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Nel dettaglio, ci sono 2,29 milioni di over 60 che non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino, mentre oltre 3,46 milioni devono completare il ciclo vaccinale. Il trend di somministrazione delle prime dosi per fasce di età conferma l'appiattimento delle curve degli over 80 delle fasce 70-79 e 60-69, mentre registra una flessione per la fascia 50-59 e per quella 40-49.

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Le considerazioni della fondazione Gimbe

Il monitoraggio di questa settimana si conclude con una serie di considerazioni da parte della fondazione sulla campagna vaccinale. Per prima cosa si sottolinea come il numero di dosi consegnate sia nettamente al di sotto di quanto atteso. Si rimarca anche che le consegne, ad eccezione di Pfizer, siano state discontinue per tempistiche e quantità, rendendo molto più complessa la programmazione regionale. C'è poi la questione dei vaccini a vettore adenovirale e della diffidenza della popolazione, che rende la campagna sempre più dipendente dai farmacia mRna.

Per quanto riguarda i rallentamenti che si stanno riscontrando nelle somministrazioni, Gimbe evidenzia come l'accelerazione impressa a partire dal mese di aprile renda ora necessario somministrare un elevato numero di richiami, riducendo nel breve termine la possibilità di effettuare prime dosi negli under 50, vista anche l'incertezza sulle forniture dei prossimi mesi che induce ad accantonare consistenti quantitativi per la somministrazione delle seconde dosi. Nella fascia tra i 50 e i 69 anni è evidente l'esitazione vaccinale, specialmente per i vaccini come AstraZeneca e Johnson & Johnson, frutto di una serie di fake news ma anche di una comunicazione istituzionale inadeguata.

"L’incremento dei casi conseguente alla diffusione della variante Delta destinato a continuare nelle prossime settimane non deve generare allarmismi. Certo il dato preoccupa per il suo potenziale impatto sugli ospedali che sarà inversamente proporzionale alla copertura vaccinale completa degli over 60. Ecco perché, oltre a potenziare contact tracing e sequenziamento, occorre sia mettere in campo strategie di chiamata attiva per gli over 60 che non si sono ancora prenotati, sia accelerare la somministrazione delle seconde dosi. Infine, siamo tutti chiamati a contribuire attivamente a rallentare la diffusione della variante Delta mantenendo comportamenti responsabili ed evitando gli errori della scorsa estate", conclude Cartabellotta.

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