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Urso: “Serve una proposta culturale nella Rai, dobbiamo diffondere i valori di famiglia e natalità”

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è intervenuto in commissione di Vigilanza Rai e ha parlato della proposta culturale del servizio pubblico, affermando che questa dovrebbe mettere al centro “valori positivi” come la famiglia o la natalità.
A cura di Annalisa Girardi
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Il governo continua a ragionare sul canone Rai, su come riscuoterlo continuando a garantire la sostenibilità economica per il servizio pubblico. "Dobbiamo assicurare sostenibilità al piano industriale della Rai, garantire al servizio pubblico delle entrate certe come accade in altri Paesi europei con cui ci confrontiamo. Sulla base di questi principi è in corso una riflessione con il ministro Giorgetti su come esercitare e modificare le modalità del canone", ha spiegato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo in commissione di Vigilanza Rai.

Non solo canone: il ministro ha anche parlato della proposta culturale del servizio pubblico, affermando che questa dovrebbe mettere al centro "valori positivi" come la famiglia o la natalità. "Serve uno sforzo culturale importante", ha detto Urso, precisando che oggi sia invece "diffusa la tendenza a sottolineare gli aspetti negativi della natalità e della genitorialità". Per poi ribadire: "Dobbiamo rappresentare il valore positivo della genitorialità e le emozioni che portano i bambini all'interno delle famiglie. È da lì che nasce la predisposizione a prendersi cura degli altri. Che anche la principale industria del Paese si impegni in questa proposta culturale ci sembra assolutamente coerente con la realtà dell'Italia".

Urso ha anche aggiunto: "Duole constatare che si ragioni su questi temi secondo una logica di fazioni e di derby, quando dovrebbe esserci una grande alleanza in tutto il settore dei corpi sociali per far uscire l'Italia da un inverno demografico ultra-trentennale. La priorità di diffondere i valori della famiglia e della genitorialità era già presente nel contratto di servizio 2018-2022".

L'esponente di Fratelli d'Italia ha poi sottolineato che il contratto di servizio Rai sia una "occasione centrale di presa d'atto delle molte innovazioni intercorse nel mercato dei media". Il servizio pubblico, insomma, "non può rimanere impermeabile" alla transizione digitale e alle trasformazioni tecnologiche. E ancora: "Un pubblico che la Rai deve coinvolgere grazie alle interazioni offerte dalle nuove tecnologie e con una produzione di qualità in grado di intercettare i gusti e le sensibilità degli under 35, facendosi interprete di una cultura della legalità a tutti i livelli e di contrasto al bullismo e cyberbullismo che non vanno mai sottovalutati".

Infine, Urso ha concluso: "Voglio fare una precisazione sulla polemica su una presunta mancanza di un riferimento al giornalismo d'inchiesta nel contratto di servizio. Nell'offerta del contratto di servizio si fa riferimento al giornalismo d'inchiesta nel più ampio capitolo dedicato all'informazione come genere specifico, per dare rilievo a tutte le modalità che riguardano la valorizzazione della qualità dell'informazione. Sulla base del contratto, la Rai nei palinsesti presentati in CdA ha incrementato come indicato i programmi di giornalismo d'inchiesta per numero e quantità di ore, a partire dalla trasmissione Report che, spostata alla domenica, avrà una durata maggiore e una serialità più lunga rispetto alla scorsa edizione".

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