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Una Repubblica che dovrebbe essere laica. E non ci riesce

L’ingerenza del Vaticano nella politica italiana sta diventando una consuetudine a cui pochi sembrano prestare attenzione. Eppure la laicità della Repubblica Italiana è sancita a chiare lettere nella Costituzione e anche illustri esponenti democristiani in passato l’hanno difesa a spada tratta. Questo Governo (bollato chissà poi perché come di centrosinistra) dimostra una pericolosa mitezza per le “incursioni papali”.
A cura di Giulio Cavalli
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Il campo è irto, brullo e sempre a rischio di integralismi e controintegralismi ma un giro, in questi giorni, credo che valga la pena farselo: sotto traccia e con una modernissima veste accattivante il Vaticano,negli ultimi mesi, è tornato ad essere partito di maggioranza nelle scelte (e soprattutto in alcune non scelte) politiche. Basterebbe partire dalla vicenda delle dimissioni del sindaco di Roma per capire come la valutazione politica (mica etica o di morale) abbia assunto toni tutt'altro che spirituali:

«Marino – ha scritto l'Osservatore Romano – ha motivato la scelta (del ritiro delle sue dimissioni ndr), chiedendo un confronto in aula con la maggioranza che lo ha sostenuto nei due anni della sua amministrazione. Ben sapendo, tuttavia, che una maggioranza disposta a sostenerlo non esiste più. Tanto è vero che, dopo una lunga riunione svoltasi ieri sera nella sede del Pd, sono attese per oggi le dimissioni di almeno 25 consiglieri capitolini, dimissioni che, salvo ulteriori sorprese, dovrebbero portare allo scioglimento immediato del Consiglio comunale e dunque al decadimento di sindaco e giunta […] «Questa vicenda sta assumendo i contorni di una farsa. Al di là di ogni altra valutazione resta il danno, anche di immagine, arrecato a una città abituata nella sua storia a vederne di tutti i colori, ma raramente esposta a simili vicende»

Io non so se succeda anche a voi, leggendo queste parole, di osservare un particolare sdegno (o interesse forse?) per una dinamica tutta amministrativa o, almeno, se non capiti anche a voi di dimostrare un'attenzione sovradimensionata da parte della Chiesa di Roma che ha avuto negli ultimi anni una certa "tenerezza" con amministratori e governanti ben più irreligiosi dell'ex sindaco. Ma non è solo questo il punto: sotto l'egida di governo di "centrosinistra" (un altro enorme baco dell'informazione italiana che si ostina ad accettare categorie smentite dai fatti e dai numeri) stiamo assistendo al logorio continuo di una laicità piuttosto sgretolata. Sotto l'immagine del pontefice progressista, Papa Francesco ha assestato significativi attacchi (e conseguenti rallentamenti) anche sulle leggi più delicate in discussione in Parlamento e, guarda caso, inchiodate ormai da un pezzo. Sulle unioni civili, ad esempio, Bergoglio ha tuonato:

“Occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva. Ciò comporta al tempo stesso sostenere il diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei propri figli. E a questo proposito vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del pensiero unico.”

E sempre Papa Francesco ha attaccato la Corte Costituzionale che ha stabilito che il divieto alla fecondazione eterologa previsto dalla legge 40 è incostituzionale, dichiarando:

“Ferma opposizione a ogni diretto attentato alla vita, specialmente innocente e indifesa. Il nascituro nel seno materno è l’innocente per antonomasia”

L'Italia, è sempre un bene ribadirlo, è per Costituzione uno Stato laico e non è un caso la parola stessa abbia assunto una deformazione graduale che l'ha portata nel suo senso più popolare ad essere il sinonimo (sbagliato) di ateo. La laicità è il diritto (e il dovere) di costruire un Paese in cui le scelte politiche sono "libere" e non condannabili. E questo non significa che i cattolici non abbiano il diritto (e il dovere) di cercare la declinazione politica del proprio credo ma sfugge il senso dell'incapacità vaticana di comprendere e rispettare (sì, rispettare) le evoluzioni della società. L’articolo 7 della Costituzione recita: “Lo Stato e la chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale”. L’articolo 8 recita: ”Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze”. L’articolo 33 recita fra l’altro: “…Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole e istituti di educazione, senza oneri per lo Stato…” norma ampiamente disattesa da comuni, province e regioni.

Giova ricordare l'esperienza di Alcide De Gasperi: nel 1952 l'allora presidente del Consiglio si vide rifiutare un'udienza da Papa Pio XII per non avere autorizzato la presentazione di una lista di democristiani neofascisti e qualunquisti al Comune di Roma e scrisse una mirabile lettera al Papa:

«Come cattolico accetto l’umiliazione benché non sappia come giustificarla, come presidente del Consiglio italiano e come ministro degli Esteri, la dignità e l’autorità che rappresento e della quale non mi posso spogliare anche nei rapporti privati, mi impone di esprimere lo stupore per un rifiuto così eccezionale e di riservarmi di provocare dalla Segreteria di Stato un chiarimento».

Dopo la dissolvenza della DC in Italia abbiamo assistito alla propagazione di schegge democristiane (nel senso più "servile") in gran parte dell'arco parlamentare. E questo Governo (nonostante gli Scalfarotto di turno) sembra,nei confronti della Chiesa, ancora più spregiudicatamente clericale di altri. E anche per questo, nonostante ci si impegni a rivenderlo per nuovo, l'Italia renziana è ben più vecchia di molte esperienze passate. Anche di De Gasperi, ad esempio.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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