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Tutti gli aumenti di stipendio per categoria, chi guadagnerà di più nel 2024 e perché

Dal 1 gennaio 2024 è scattata la conferma del taglio del cuneo contributivo insieme alla riforma dell’Irpef, ma le buste paga sono destinate a crescere anche per via di una serie di rinnovi di contratto validi solo per alcune categorie.
A cura di Tommaso Coluzzi
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I lavoratori del settore pubblico, ma anche il settore chimica e farmaceutica, colf e badanti e forse, presto, pure gli impiegati delle Poste. Con il nuovo anno arrivano una serie di novità nelle buste paga dei lavoratori, alcune per tutti indistintamente, altre in base al reddito e altre ancora a seconda delle categorie. La manovra del governo Meloni ha dato il via libera al taglio del cuneo contributivo, che viene confermato rispetto a quello dello scorso anno. Insomma, sotto questo aspetto non ci saranno aumenti ulteriori, ma resta nettamente più bassa la quota contributiva a carico del lavoratore (fino a 35mila euro di reddito). A questa misura si aggiunge anche la riforma dell'Irpef, che invece avrà sì un effetto per milioni di lavoratori: si parla di aumenti fino a 260 euro l'anno. Anche in questo caso, però, gli effetti benefici sono sono trasversali, ma si vedono nella fascia tra i 15mila e i 50mila euro di reddito.

C'è poi la partita del rinnovo dei contratti collettivi nazionali. E qui torniamo alle categorie citate all'inizio. Non è un segreto che il governo abbia deciso di investire diversi miliardi della manovra per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Per i dipendenti statali è già stata prevista l'indennità di vacanza contrattuale – a molti anticipata a dicembre – e nel corso dell'anno arriveranno i rinnovi. Il ministro Zangrillo ha detto che la priorità l'avrà il comparto sicurezza, quindi in primis le forze dell'ordine, ma l'obiettivo sarà chiudere più rinnovi possibile, con un conseguente aumento di stipendio.

Anche nel settore privato, però, ci sono una serie di novità: ad esempio nel settore chimico-farmaceutico è stato appena chiuso un accordo sindacale per riconoscere un aumento di 68 euro per la categoria D1. Quasi ridicolo, invece, l'aumento dei minimi per colf e badanti: più 0,56% rispetto al 2023, che – con l'aggravante di un'inflazione altissima – si traduce in pochi spiccioli. I lavoratori delle Poste, intanto, si sono seduti al tavolo delle trattative per il rinnovo del contratto chiedendo un aumento di 260 euro per il livello medio di riferimento nel triennio 2024-2026, la riduzione dell'orario e nuove forme di welfare. Sarà una battaglia importante, considerando che Poste resta il gruppo con più dipendenti in Italia.

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