Tagli agli stipendi, la Casta si ribella. Razzi: “Così dormirò in un sacco a pelo”
Il taglio dei costi della politica ci deve essere. A parole sono tutti d'accordo. Ma quando dalle parole si dovrebbe passare ai fatti, i Signori Onorevoli puntano i piedi. Una riduzione del 30% dello stipendio? Li porterebbe "a dormire in un sacco a pelo" Repubblica oggi ha pubblicato un articolo che raccoglie "la rabbia e la rassegnazione" di senatori e deputati di fronte all'eventuale sforbiciata degli emolumenti (si parla, è importante sottolinearlo, di 12.900 euro). C'è Antonio Razzi (Pdl) ad esempio, ex dell'Idv, poi diventato improvvisamente "Responsabile" nel 2010 per salvare Berlusconi e pizzicato dalle telecamere de L'Intoccabile in un memorabile servizio sulla mercificazione delle aule parlamentari, che sostiene che con la riduzione proposta da Grillo a 5mila euro al mese, per lui che ora può permettersi solo un hotel a una stella "è impossibile" andare avanti, "a meno che non andiamo a dormire in un sacco a pelo. Oppure possono ospitarci i grillini a casa loro…". Il deputato, peraltro rieletto solo ed esclusivamente grazie al Porcellum, non ci sta: "Non è che viviamo al paesino, qui si paga anche l'aria. Prima di fare queste proposte state sei mesi a Roma poi ne riparliamo". Anche Beppe Fioroni scuote la testa di fronte ai tagli della politica e prova a ribaltare i termini del problema: "Li invito a prendere in considerazione le indennità aggiuntive dei deputati" dice il deputato democratico. Ci sono poi altri onorevoli che si dicono concordi con la riduzione degli stipendi, ma allo stesso tempo puntano il dito contro i fautori della proposta, e cioè il leader del Movimento 5 Stelle che guadagna 5 milioni l'anno, e coloro che percepiscono pensioni statali da 20 mila euro al mese. Aldo di Biagio (Lista Civica) è convinto che "a breve Grillo si renderà conto quanto sia complicato il nostro compito". Secondo il montiano "sono ben altri gli stipendi nel Paese che devono essere rivisti".