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Super Green pass, braccio di ferro nel governo: la Lega avrebbe voluto escluderlo dalla zona bianca

Scontro nel governo sul Super Green pass. La Lega vicina alla rottura, con Matteo Salvini che minacciava l’abbandono del Cdm da parte dei suoi ministri. Alla fine il decreto passa all’unanimità.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dal 6 dicembre scatta il Super Green pass, la via scelta dal governo per evitare le chiusure generalizzate, soprattutto in vista del periodo natalizio. Il provvedimento del governo prevede un doppio binario, per vaccinati e non vaccinati. Questi ultimi non potranno accedere a molti luoghi della socialità, come bar, ristoranti al chiuso, cinema, teatri, discoteche, stadi e musei: per frequentare queste attività infatti non basterà più un semplice tampone, che invece continuerà a essere utilizzato per lavorare. Un'altra novità è rappresentata dal trasporto pubblico locale, per il quale sarà richiesto il certificato, scaricabile però in questo caso anche dopo un test Covid negativo. Su autobus e metropolitane sono previsti controlli a campione.

Non servirà il Super Green pass, ma basterà il Green pass ‘classico' con tampone, per poter viaggiare a bordo di treni regionali, treni a lunga percorrenza, aerei, per accedere a palestre, piscine, alberghi e strutture ricettive. La durata dei tamponi rimane invariata: 72 ore per il molecolare e 48 per il test antigenico.

Le nuove misure saranno in vigore fino al prossimo 15 gennaio, con possibilità di proroga, e scatteranno anche in zona bianca, oltre che in zona gialla e arancione. Nel caso di zona rossa le restrizioni dovrebbero valere per tutti. Nel provvedimento del governo c'è anche l'annunciata riduzione della certificazione verde, che da 12 passa a 9 mesi.

Per favorire quanto più possibile l'immunizzazione di massa il governo ha introdotto anche l'obbligo vaccinale per il personale sanitario (che può già effettuare la terza dose) forze dell'ordine e insegnanti, che scatterà dal 15 dicembre. Il ministro Speranza ha anche annunciato che dal 1 dicembre per tutti gli over 18 sarà possibile ricevere il richiamo.

In zona bianca non sarà necessaria la mascherina all'aperto, ma il dispositivo di protezione sarà di nuovo obbligatorio per tutti in zona gialla.

Il braccio di ferro con la Lega

Il decreto sul Super Green pass è stato introdotto all'unanimità, ma non sono mancati malumori da parte della Lega, contraria in un primo momento alle restrizioni per i non vaccinati già in zona bianca. Il ministro Giorgetti non aveva infatti partecipato alla cabina di regia convocata da Draghi ieri mattina, mandando al suo posto il sottosegretario all'Economia Freni. Lo scontro si è poi riproposto in Cdm, quando la ministra azzurra Gelmini ha ricordato che erano state proprio le Regioni a chiedere la stretta. Ma dal Carroccio hanno fatto sapere che i presidenti delle Regioni guidate dalla Lega avrebbero voluto un Super Green pass solo dalla fascia gialla. Il Carroccio è stato vicinissimo alla rottura, ma l'intervento del premier Draghi ha ricompattato la maggioranza, dopo una telefonata con Matteo Salvini in extremis. Il leader leghista era arrivato a minacciare l'abbandono del Cdm da parte dei suoi ministri. Il compromesso trovato è stato sulla durata del Super Green pass, in vigore fino al 15 gennaio, invece che fino al 31.

"Bene la decisione di non ricorrere alle chiusure indiscriminate nelle zone gialle e arancioni, garantendo così prospettive e opportunità di lavoro alle attività produttive, e di non introdurre il green pass obbligatorio per gli under 12. Esprimiamo però perplessità per le restrizioni in zona bianca, ancorché limitate al 15 gennaio e dunque legate a una temporaneità che risulta rassicurante", ha commentato il presidente del FVG e della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga. "Il lavoro della Lega a tutela della salute pubblica, della ripresa economica e della tenuta sociale del Paese sta evidentemente dando i suoi frutti".

Soddisfatto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, nell'intervista al Secolo XIX: "Il Green pass a due velocità non è una misura punitiva, ma una misura dettata dalla scienza e dalla statistica". Il governatore ha precisato che "sono state date due settimane anche per dare tempo a Sogei (piattaforma informatica del ministero dell'economia) di adeguare il sistema di riconoscimento, e per dare il tempo agli italiani di familiarizzare con le nuove regole". Per Toti però sarebbe stato più semplice il vaccino obbligatorio per tutti: "Io l'ho sostenuto, come è noto. E sicuramente sarebbe stata una semplificazione per chi ha fatto il vaccino. Ma l'esclusione dal lavoro e dalla vita pubblica di cinque milioni di italiani sarebbe stato troppo brutale".

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