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Stop al ballottaggio per sindaci se al primo turno superano il 40%, Lega ritira emendamento a dl Elezioni

La Lega ha proposto un emendamento al decreto elezioni che prevede il ballottaggio per l’elezione dei sindaci solo se una coalizione non raggiunge al primo turno almeno il 40%. Dopo la richiesta del relatore del decreto, Balboni (Fdi), il Carroccio ha acconsentito a ritirare il testo.
A cura di Annalisa Cangemi
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AGGIORNAMENTO: Blitz della Lega al dl Elezioni, all'esame dell'Aula del Senato. Il partito di Salvini aveva presentato un emendamento che prevede che per l’elezione dei sindaci dei grandi comuni – ovvero sopra i 15mila abitanti – vi sia il ballottaggio solo se una coalizione non raggiunge al primo turno almeno il 40%. Poi, dopo che dal relatore del dl elezioni, Alberto Balboni (FdI), è arrivata la richiesta del ritiro dell'emendamento, il Carroccio ha fatto un passo indietro, ritirando il testo.

Sono una quarantina in tutto gli emendamenti presentati al decreto elezioni decreto elezioni in Aula al Senato. Si tratta prevalentemente di proposte di modifica delle opposizioni ma ce ne sono anche da parte della maggioranza: 3 di FdI, uno di FI e due della Lega. Il Carroccio ha riproposto quello sul terzo mandato per i presidenti delle Regioni, come aveva già fatto in commissione Affari costituzionali: l'emendamento però è stato bocciato.

L'altro emendamento della Lega riguardava appunto la possibilità per i sindaci di essere eletti al primo turno se si superano il 40% dei voti, quindi di fatto uno stop ai ballottaggi. La proposta faceva riferimento al testo unico sugli Enti locali. Secondo l'emendamento "è proclamato eletto sindaco il candidato che abbia conseguito il maggior numero di voti validi. In caso di parità di voti, è proclamato eletto sindaco il candidato collegato con la lista o con il gruppo di liste per l'elezione del consiglio comunale che ha conseguito la maggiore cifra elettorale complessiva. A parità di cifra elettorale, è proclamato eletto sindaco il candidato più anziano di età".

"La Lega si fermi, il blitz sulla cancellazione dei ballottaggi a tre mesi dal voto è uno sfregio alle più basilari regole democratiche", aveva detto la segretaria del Pd Elly Schlein.

"Nella maggioranza sono agli stracci. I protagonisti sono sempre gli esponenti della Lega che dopo aver presentato l'emendamento salva Zaia che cancella il limite dei mandati per i presidenti di regione ora propone, con l'emendamento 4.105, l'abolizione di fatto del ballottaggio nei comuni", aveva detto il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia. "Ovviamente per noi è questo emendamento è una aberrazione, una provocazione, un colpo di mano inaccettabile contro leggi che hanno dimostrato di funzionare bene. È intollerabile che la Lega, per regolare conti interni alla maggioranza, giochi sulle regole della nostra democrazia. Il Dl Elezioni che doveva solo stabilire la data del voto è diventato un golpe al quale ci opporremo. Il partito di Giorgia Meloni e FI cosa ne pensano?".

"L'emendamento con cui la Lega propone di eliminare il ballottaggio per l'elezione del sindaco se una lista o una coalizione raggiunge il 40 per cento è un'altra grave dimostrazione della volontà del centrodestra di stravolgere le nostre istituzioni. La legge sull'elezione dei sindaci funziona bene, volerla cambiare per decreto, come abbiamo più volte detto, è già grave. Volersi sbarazzare del ballottaggio come se fosse un orpello a pochi mesi dal voto è un inaccettabile colpo di mano. Denota un'idea proprietaria delle istituzioni. Fdi e Fi fermino questa provocazione, non è possibile regolare i conti interni della maggioranza sulla pelle della nostra democrazia", aveva commentato il senatore Alessandro Alfieri, responsabile nazionale Riforme e Pnrr nella segreteria nazionale del Pd.

"Un nuovo attacco alle regole della democrazia da parte della Lega – aveva detto la senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente del gruppo M5S e capogruppo in commissione Affari Costituzionali – Adesso vogliono cancellare i ballottaggi dei sindaci, stabilendo così che possa essere una minoranza degli elettori di una città a scegliere il sindaco, con buona pace della partecipazione. D'altra parte per chi considera la democrazia un optional, l'astensionismo crescente non è un problema. Ci avevano già provato nel Ddl per l'elezione diretta dei presidenti di Provincia, ora ci riprovano in un decreto che nasce con finalità meramente tecniche e che tra pretese sul terzo mandato di sindaci e presidenti di Regione e cancellazione dei ballottaggi, rischia di diventare una porcata come la celebre legge elettorale Calderoli. La Lega sembra una belva ferita che prova il tutto per tutto con una foga fuori controllo. Fa ancora parte della maggioranza? Il suo comportamento sembra più quello ostruzionistico di una forza di opposizione, con emendamenti che spuntano dal nulla prima dell'esame dell'aula".

Lega ritira l'emendamento sui ballottaggi

"Pur essendo d'accordo anticipo ai colleghi che la mia richiesta è di ritiro", aveva detto il relatore del dl elezioni, Alberto Balboni (Fdi) ai colleghi della Lega. "Sono d'accordo nel merito, è un sistema che ha la sua dignità – aveva aggiunto Balboni – ma non vedo l'opportunità di inserirlo in questo momento. Cambia le regole in vigore, avrebbe avuto bisogno di maggior confronto. Un tema così importante andava affrontato con ben altro metodo".

In serata la Lega ha accolto la richiesta di Balboni e ha ritirato l'emendamento al decreto elettorale che abrogava il ballottaggio per l'elezione dei sindaci. Lo ha annunciato in aula il capogruppo Massimiliano Romeo. "Accogliamo l'invito alla trasformazione dell'emendamento in ordine del giorno – ha detto Romeo -, su questo tema possiamo comprendere che a due mesi dal voto sarebbe non corretto, quindi ci può stare. Per noi era importante porre la questione".

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