Stipendi, di quanto aumentano e per chi con le novità in Manovra: le regole su straordinari e notturno

C'è il via libera definitivo della Camera alla manovra 2026, che è diventata legge. Tra le misure inserite nel provvedimento, diverse riguardano gli stipendi. Scatterà, ad esempio, una flat tax al 15% su straordinari e festivi, che si applicherà anche al lavoro notturno. Saranno detassati anche gli aumenti salariali, se derivano da un rinnovo contrattuale.
Di quanto aumenta lo stipendio e per chi con le ultime novità in Manovra
Le principali misure che avranno un effetto sulle buste paga nel 2026 sono tutte formulate come sconti sulle tasse, che quindi fanno crescere la somma netta. Sono queste:
- Tasse ridotte al 15% sui soldi guadagnati con lavoro straordinario, lavoro notturno o in giorni festivi. I dipendenti privati che guadagnano fino a 40mila euro (lordi) all'anno potranno applicare la flat tax a fino a 1.500 euro all'anno
- Tassa dell'1% sui premi di risultato, fino a 5mila euro all'anno e per chi ha uno stipendio sotto gli 80mila euro all'anno
- Tassa del 5% sugli aumenti di stipendio dovuti a un rinnovo contrattuale, se questo avviene tra il 2024 e il 2026; spetta a chi ha un reddito fino a 33mila euro lordi
I maggiori benefici, quindi, dovrebbero andare a quei dipendenti con un reddito sotto i 33mila euro lordi (che quindi possono beneficiare di tutte le esenzioni), specialmente se ricevono soldi per lavoro notturno o straordinari, premi di risultato, oppure se hanno ricevuto un rinnovo di contratto negli ultimi due anni o lo riceveranno nel 2026. Sulle somme in questione, normalmente, si applicherebbe l'Irpef ordinaria, quindi una tassa tra il 23% e il 43% (con l'eccezione dei premi di risultato, che già quest'anno avevano una tassazione ridotta al 5%).
In più, c'è una novità che potrebbe interessare i dipendenti che ricevono i buoni pasto: la soglia esentasse per i buoni elettronici salirà da 8 a 10 euro al giorno. Saranno comunque i datori di lavoro, tramite convenzioni, a stabilire il valore dei buoni da erogare ai dipendenti.
Come funziona la flat tax su straordinari e festivi in busta paga
A partire dal 1° gennaio 2026, le tasse saranno più basse sui soldi incassati per turni in giorni straordinari e festivi. Si pagherà, infatti, una flat tax del 15% invece di versare l'Irpef dovuta, insieme alle varie addizionali regionali e comunali.
Questo beneficio riguarderà i dipendenti del settore privato, a patto che abbiano avuto quest'anno un reddito da lavoro lordo che non supera i 40mila euro. Lo sconto si applicherà a una somma massima di 1.500 euro all'anno, e superata questa soglia si torneranno a pagare le tasse ordinarie. Il bonus farà sì che sui ‘primi' 1.500 euro di straordinari e festivi si paghi il 15% invece del 23% o 33% che bisognerebbe versare per l'Irpef.
Va sottolineato che questa misura non riguarda i lavoratori del comparto turistico. Per loro, sempre con un reddito massimo fino a 40mila euro, è però confermato l'aumento dello stipendio lordo pagato per i turni notturni e festivi: un 15% extra che non viene tassato affatto.
Le nuove regole sul lavoro notturno in Manovra
La stessa flat tax prevista per il lavoro nei festivi e durante gli straordinari si applicherà anche al lavoro notturno. Questo significa che, per le cifre inserite in busta paga come indennità per il lavoro nelle ore di notte, si pagherà una tassa fissa del 15%. I requisiti non cambiano: il beneficio spetterà solo ai dipendenti del privato, e solo a chi ha un reddito da lavoro entro i 40mila euro lordi.
Ci sarà anche una tassa ridotta sui premi di risultato, e su quelli che derivano dalla partecipazione agli utili dell'azienda da parte dei lavoratori. Su queste somme, nel 2025 la tassazione è stata del 5%. Nel 2026 scenderà all'1%. Il tetto massimo sarà di 5mila euro all'anno. Dunque, per esempio, chi riceve un premio di risultato da 2mila euro lordi quest'anno avrebbe dovuto pagare una tassa da 100 euro; l'anno prossimo, sarà solo di 20 euro.
Quanto saranno detassati gli aumenti salariali
Una novità riguarda gli aumenti di stipendio che arrivano grazie a un rinnovo del contratto collettivo di riferimento. Se il rinnovo è avvenuto nel 2024 o 2025, oppure avviene nel 2026, i soldi in più inseriti in busta paga verranno tassati meno. Si applicherà una tassa forfettaria del 5%, al posto dell'Irpef.
La misura è rivolta solamente a chi ha un reddito da lavoro dipendente che non va oltre i 33mila euro lordi. E, anche in questo caso, solamente i privati. Ad esempio: se un lavoratore che prende 28mila euro all'anno ha ricevuto un aumento da 100 euro lordi al mese in busta paga grazie al nuovo contratto, non dovrà pagare 23 euro di Irpef, ma solo 5 euro. Quindi l'aumento netto varrà 95 euro, invece di 77 euro.