Spid confermato per altri 5 anni, ma resta l’ipotesi del servizio a pagamento: cosa farà Poste

Dopo mesi di incertezze sul futuro dell’identità digitale in Italia, arriva la conferma ufficiale: Spid resterà operativo almeno fino al 2030. È stato infatti siglato un nuovo accordo tra l'Agenzia per l'Italia Digitale (AgID), il Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio e i gestori del servizio, riuniti sotto Assocertificatori. Il rinnovo della convenzione garantisce la continuità del sistema, oggi utilizzato da oltre 41 milioni di cittadini per accedere a servizi pubblici e privati, e apre una nuova fase, in cui entrano in gioco sicurezza, sostenibilità economica e prospettive europee.
Spid: un servizio fondamentale per gli italiani
Più che una semplice proroga, l'accordo viene presentato come il rilancio di una infrastruttura digitale ormai centraleper il sistema Paese. Solo nel 2024, Spid ha infatti registrato oltre 1,2 miliardi di autenticazioni, e nei primi sei mesi del 2025 si contano già 630 milioni di accessi; secondo dati del Politecnico di Milano, circa l'89% degli utenti internet attivi in Italia ha utilizzato Spid almeno una volta nell’ultimo anno.
Numeri che, nel contesto europeo, collocano così l'Italia ai vertici per diffusione dell'identità digitale.
Spid tra costi e gratuità: cosa succede
Uno dei punti più delicati dell'intesa riguarda però la tenuta economica del servizio. Dopo dieci anni in cui i gestori hanno sostenuto gli investimenti in autonomia, l'accordo prevede per la prima volta contributi pubblici a sostegno dell’operatività. Una misura ritenuta necessaria per evitare che i costi ricadano direttamente sugli utenti, ma che non esclude completamente questa possibilità. Alcuni operatori – tra cui Aruba, InfoCert e Register.it – hanno già introdotto canoni annuali o costi per il rilascio/rinnovo dello Spid. Poste Italiane, principale provider in termini di utenza, ha finora mantenuto la gratuità del servizio, ma non è chiaro se questa linea sarà mantenuta in futuro. La nuova convenzione riconosce esplicitamente la possibilità per i gestori di applicare forme di "valorizzazione economica della base utenti", una clausola già presente nella versione precedente, ma finora applicata solo da alcuni.
Cosa farà Poste Italiane
Ad oggi, Poste Italiane è il principale gestore di Spid in Italia, con la quota maggiore di utenti attivi; a differenza di altri operatori, come Aruba o InfoCert, ha scelto di non introdurre alcun costo per il rilascio o il rinnovo dell'identità digitale. Una decisione che ha contribuito a mantenere alta la diffusione del servizio, in particolare tra le fasce di popolazione meno digitalizzate o economicamente più fragili. Il nuovo accordo, però, non chiarisce se questa gratuità resterà inalterata nel tempo. La convenzione riconosce infatti ai gestori la possibilità di applicare costi secondo "logiche di mercato", anche se il governo ha confermato l'erogazione di contributi pubblici per sostenere il servizio e alleggerire il carico economico sui cittadini. A questo punto, la posizione di Poste Italiane diventa strategica: se decidesse di mantenere la gratuità, consoliderebbe il proprio ruolo di riferimento tra gli utenti. Al contrario, un eventuale passaggio al modello a pagamento potrebbe avere un impatto diretto su milioni di cittadini, soprattutto quelli che si sono affidati al servizio attraverso canali fisici come uffici postali o sportelli itineranti, spesso nelle aree meno digitalizzate del Paese.
Al momento, non ci sono annunci ufficiali di cambiamento da parte di Poste, ma l'incertezza rimane; il comportamento del maggiore operatore sarà probabilmente decisivo nel determinare se Spid rimarrà gratuito per la maggioranza degli utenti o se si aprirà una nuova fase, in cui l'accesso all'identità digitale diventerà, almeno in parte, a pagamento.
Più sicurezza e controllo per gli utenti
Il nuovo assetto prevede anche l'avvio di un tavolo permanente di lavoro, con l'obiettivo di rafforzare la sicurezza e semplificare l'uso del sistema. Tra le prime misure annunciate, uno strumento che consentirà ai cittadini di verificare in autonomia quante identità Spid sono attive a proprio nome, un passo importante per prevenire furti d’identità, duplicazioni o usi impropri.
Spid anche per imprese e professionisti
La nuova fase include poi anche un'estensione dell’identità digitale oltre i cittadini: l'intesa prevede infatti la possibilità di rilasciare Spid anche a professionisti, imprese, persone giuridiche, dipendenti e iscritti agli ordini, con l'obiettivo dichiarato di rendere il sistema ancora più integrato nei processi digitali pubblici e privati.
Verso il Digital Identity Wallet europeo
Sul piano europeo, Spid è destinato a convergere verso il Digital Identity Wallet previsto dal nuovo regolamento eIDAS 2.0. L'obiettivo sarebbe quello di creare un sistema interoperabile in tutta l'Unione Europea, che consenta ai cittadini di gestire in modo sicuro e uniforme le proprie credenziali digitali, oltre i confini nazionali.